Il cammino azzurro in Qatar continua. Gli azzurrini di Favo passano gli ottavi col cuore e si impongono nella ripresa. Ora dovranno affrontare il Burkina Faso

Pietro Scognamiglio

18 novembre 2025 (modifica alle 15:59) – MILANO

Un’altra prova di forza: l’Italia di Massimiliano Favo dà una spallata anche all’Uzbekistan (3-2) e approda senza tentennamenti – cinque vittorie in altrettante partite – ai quarti del Mondiale U17. La firma sulla qualificazione la mette con una doppietta Thomas Campaniello, centravanti dell’Empoli che ha già esordito in Serie A ed è concittadino di Luciano Spalletti (di Certaldo). Un successo da non banalizzare, contro una squadra espressione di un movimento in crescita e capace di sopperire con grande gamba e organizzazione al livello tecnico migliorabile. Non va dimenticato che l’Uzbekistan dei grandi, affidato a Fabio Cannavaro, è già certo del suo posto al Mondiale. In Qatar va però avanti l’Italia, con merito, raggiungendo i quarti per la terza volta nella sua storia (senza mai essere andata oltre, in questa competizione). Prossimo avversario, venerdì a Doha, il Burkina Faso che ha superato ai rigori l’Uganda in un incrocio tutto africano non proprio tra big. È onesto parlare di un tabellone favorevole, ma le occasioni conta saperle sfruttare.

scelte giuste—  

Rispetto al successo con la Repubblica Ceca, Favo ne cambia quattro maneggiando con disinvoltura stato di forma e caratteristiche dei suoi: tutta nuova la coppia d’attacco con Elimoghale e Campaniello (al posto di Arena e Lontani), spazio tra gli undici anche per Maccaroni in mezzo al campo e Iddrisa da laterale basso di difesa. Le scelte pagano subito: al 20’ Inacio sguscia via a sinistra, sul cross il portiere Shokirov è timido nell’uscita bassa e spinge il pallone sui piedi di Campaniello, freddissimo nella ribattuta. È il primo gol in questo Mondiale per lui, che ha anche un po’ di sangue polacco nelle vene per le origini della mamma Dora. Rotto l’equilibrio, l’Italia assorbe l’immediata reazione degli uzbeki – su un fallo in area di Reggiani, è provvidenziale il precedente fuorigioco – e tiene alta l’intensità del pressing nella metà campo offensiva, per non dare modo ai campioni d’Asia U17 di palleggiare in serenità. Qualche dubbio lo lascia un contatto su Iddrisa lanciato nell’area avversaria, mentre l’unico vero rischio lo corriamo su un pallone in uscita dopo un calcio d’angolo, con il tiro di Abdumuminov (34’) centrale addosso a Longoni. Le migliori occasioni per il raddoppio, in ogni caso, le hanno prima Elimoghale – che si coordina male in area – e poi Maccaroni, su un gran destro dal limite di poco fuori. E’ un peccato andare al riposo avanti solo di un gol.

svolta—  

Anche perché il rientro negli spogliatoi dà la scossa all’Uzbekistan, che comincia il secondo tempo col piede pesante sull’acceleratore e ci chiude nella metà campo difensiva per una decina di minuti. Tanto basta a trovare il pari, grazie alla zampata del centrale difensivo Muradov (56’) su un corner che non vede propriamente reattiva la difesa azzurra. Percependo anche  un gap di energie rispetto agli avversari, Favo interviene con un triplice cambio: ruolo su ruolo, Mambuku,  Luongo e Lontani prendono il posto di Marini, Maccaroni ed Elimoghale. Mosse che danno subito l’idea di rimettere le cose a posto. E così, da un altro calcio d’angolo – battuto da Prisco, in questo caso – arriva il raddoppio: Campaniello va all’attacco del primo palo e dà la frustata di testa per infilare Shokirov sul legno più lontano (68’). E’ il gol che scaccia via i cattivi pensieri e spiana la strada, perché l’Uzbekistan va fuori binario e ci agevola il tris dopo appena un paio di minuti: sul cross di Mambuku da sinistra, la difesa sbanda e spiana la strada a Iddrisa che va così a chiudere in gloria per il 3-1. Da un esterno difensivo a un altro, entrambi coraggiosamente proiettati alla ricerca del gol. Il finale è elettrico e vale il monito di non diluire mai la concentrazione: pur in dieci per il rosso ad Aliev (fallo di reazione), l’Uzbekistan accorcia con Erimbetov dal limite dell’area al 94’. Quando ormai, per fortuna, è troppo tardi.