Ridefinire obiettivi, priorità e strumenti del sistema sanitario regionale. È questa la missione degli Stati Generali della Salute del Lazio, inaugurati nella cornice delle Corsie Sistine del Complesso di Santo Spirito in Sassia. Un confronto di due giorni, voluto dalla Regione, per “costruire insieme la sanità” con istituzioni, accademia, professionisti e cittadini.

Al centro del dibattito, i temi strategici per tutto il territorio: dal ruolo di Roma come polo fondamentale alla necessità di rafforzare l’integrazione tra ospedali e medicina del territorio, potenziando la rete dei professionisti e i servizi di prossimità.

Schillaci: “Aumenta il finanziamento del Fsn”

Il Ministro della Salute Orazio Schillaci, intervenuto alla prima giornata, ha lanciato un messaggio forte: “Nessuno di noi vuole più vedere casi di pazienti, anche gravi, ai quali viene negato un appuntamento per agende chiuse”. Il Ministro ha presentato la ricetta del Governo, che prevede:

  • Cup unico;
  • aperture straordinarie nei weekend;
  • garanzia di prestazione nel privato a carico SSN se il pubblico non ha posto.

Schillaci ha rivendicato come il Governo Meloni abbia “rimesso la salute al centro dell’agenda politica. Questo Governo ha invertito rotta”, anche dei finanziamenti, con un Fondo sanitario nazionale “passato da 125 mld del 2022 a quasi 143 del 2026”. Risorse, ha sottolineato Schillaci, investite soprattutto sul personale, “perché senza di loro non c’è Ssn che tenga”. E con la Finanziaria che ora è all’esame del Parlamento “ci sono risorse per assumere medici e infermieri e fondi per un ulteriore aumento delle indennità di specificità, in particolare per gli infermieri”.

Ridotti i tempi di attesa

Presente anche il Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, che ha tracciato un quadro dei due anni e mezzo di mandato e che richiama la necessità di un confronto ampio e trasparente per definire le linee guida dei prossimi anni.

Negli ultimi due anni e mezzo il Lazio è passato da 2,5 milioni di prestazioni erogate attraverso il Recup nel 2022 a circa 6 milioni nel 2025. Lo abbiamo fatto con un grande sacrificio da parte del personale e con la massima trasparenza, mettendo in rete i dati nativi in modo che il ministero possa controllare. Serve, però, che anche l’Agenas [Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, ndr] faccia uno scatto di trasparenza, poiché se i dati non sono chiari succede che la nostra Regione venga mortificata. Noi non usiamo liste di galleggiamento e mostriamo i dati anche negli ambiti in cui siamo in difficoltà

Sul tema liste d’attesa, il presidente spiega che tra il 2022 e il 2025, nella Regione Lazio, si sono ridotti drasticamente i tempi di attesa per i pazienti che si sono rivolti alle cure del Pronto Soccorso. In particolare, per i pazienti dimessi dopo la visita, i tempi dalla visita medica alla dimissione sono scesi a 339 minuti, riducendosi di circa 1 ora e mezza. Per quelli che, invece, hanno avuto necessità di rimanere in ospedale, il tempo tra la visita e il ricovero è calato a 932 minuti con una flessione di 3 ore e 45 minuti.

Intramoenia addio? Cosa si sa

Il presidente della Regione si è poi soffermato sull’intramoenia, ovvero la prestazione sanitaria fuori del normale orario di lavoro e a pagamento, auspicando una riforma nazionale ed esprimendo sostegno al ministro qualora decidesse di agire in tal senso.

Sul tema Schillaci aveva aperto nei giorni scorsi ad una sospensione del servizio, qualora i tempi d’attesa nel pubblico diventino insostenibili. La logica alla base della proposta è semplice: liberare risorse mediche per il servizio pubblico. Sospendendo l’intramoenia nei casi più critici, si intende fare in modo che i medici possano dedicare più tempo ed energie a smaltire le liste d’attesa istituzionali.