«Un voto di portata storica». Con queste parole il presidente degli Usa, Donald Trump ha commentato l’approvazione da parte del consiglio di Sicurezza dell’Onu, della risoluzione proposta dagli Stati Uniti per la Striscia di Gaza, con la previsione della creazione di una forza internazionale di stabilizzazione per garantire la tregua e il disarmo di Hamas. Il piano degli stati Uniti è passato con 13 voti su 15 e l’astensione di Cina e Russia, i cui no avrebbero fatto saltare l’intera operazione in quanto sarebbe scattato il diritto di veto contenuto nello Statuto dell’Onu a tutela dei componenti permanenti del consiglio. Hamas ha però respinto la risoluzione, che secondo l’organizzazione «non soddisfa le richieste e i diritti dei palestinesi e cerca di imporre un mandato internazionale sull’enclave a cui i palestinesi e le fazioni della resistenza si oppongono». E non è tutto, perché nella mattinata di ieri uomini armati hanno ferito due israeliani, all’incrocio di Gush Etzion, a sud di Gerusalemme. Due terroristi sono stati «neutralizzati sul posto», cioè sono stati uccisi. Secondo Hamas questo nuovo attacco è la «risposta naturale ai tentativi di Israele di eliminare la causa palestinese e alla furia all’occupazione dei soldati e dei coloni in Cisgiordania». Da registrare le dichiarazioni pre voto del ministro ultranazionalista israeliano della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, secondo il quale, passato il piano Trump che prevede la creazione di uno Stato palestinese, il premier israeliano Benjamin Netanyahu dovrà ordinare «omicidi mirati di alti funzionari dell’Autorità Palestinese, che sono terroristi a tutti gli effetti, e arrestare l’arresto di Abu Abbas», cioè del presidente dell’Anp.   

• Incappa in quella che in un primo momento è sembrata una clamorosa gaffe nei confronti del Quirinale il capogruppo di Fdi alla Camera Galeazzo Bignami, che nel corso di un intervento in aula a Montecitorio, sventolato un articolo del quotidiano La Verità, ha chiesto alla presidenza della Repubblica di smentire le presunte notizie di un piano messo in essere da ambienti vicini al capo dello Stato, segnatamente dal consigliere di area Pd, Francesco Saverio Garofani, per bloccare e fare cadere il governo guidato da Giorgia Meloni o comunque per impedirne la conferma alle prossime elezioni politiche. Bignami ha chiesto di «smentire senza indugio queste ricostruzioni in ossequio al rispetto che si deve per l’importante ruolo ricoperto, dovendone in caso contrario dedurre la fondatezza». Parole che hanno indotto il Colle a esprimere «stupore per le parole del capogruppo del partito di maggioranza relativa alla camera, che sembrano dare credito a un ennesimo attacco nei confronti della Presidenza della Repubblica, costruito sconfinando nel ridicolo». Una nota durissima, ma Bignami ha tirato dritto e ha spiegato. «Ho chiesto di smentire non al Quirinale, ma alla persona citata nell’articolo». Il direttore di La Verità, Maurizio Belpietro, ha confermato il contenuto dell’articolo, «parola per parola», mentre le opposizioni hanno chiesto alle presidente del consiglio, Giorgia Meloni, di chiarire in parlamento se condivida o meno le parole di Bignami.  

  

• Trump ha ricevuto alla Casa Bianca con tutti gli onori il principe ereditario e primo ministro saudita Mohammed bin Salman, giunto nella capitale degli Usa per un colloquio sulle relazioni commerciali e gli investimenti dell’Arabia Saudita negli Stati Uniti. Il clima è stato cordiale, il presidente Usa ha ricordato che il governo di Riyad, partner strategico per gli accordi di Abramo con Israele, ha promesso di aumentare da 600 a mille miliardi di dollari gli investimenti nell’economia americana, in particolare nei settori dell’Intelligenza artificiale, dell’auto e della difesa, nonostante la contrarietà di Israele ad accordi per l’acquisto di armi Il tycoon ha spiegato che 18 mesi fa, con la presidenza di Joe Biden alle ultime battute, «gli Stati Uniti erano nei guai», e ha aggiunto che «invece non sono mai stati meglio di adesso». Inoltre ha dichiarato che l’Arabia Saudita acquisterà una cinquantina di caccia F-35 e ha fatto volare nei cieli della capitale alcuni esemplari degli aerei militari. Bin Salman, anni fa indicato come un pericoloso criminale per avere ordinato il presunto omicidio (la salma non è mai stata ritrovata e ieri il principe saudita ha dichiarato che su quel caso sono state fatte tutte le indagini possibili, agevolate dal governo) il giornalista Jamal Kashoggi, scomparso nel consolato saudita a Istanbul dopo essere entrato per ottenere alcuni documenti, ha spiegato che negli Usa gli investimenti arabi sono al sicuro e punta a raggiungere un’intesa con Washington per la realizzazione di un programma nucleare civile che consenta all’Arabia Saudita di diventare meno dipendente dal petrolio per la produzione di energia elettrica. Trump ha ribadito la necessità di evitare a ogni costo che l’Iran costruisca armi nucleari, mentre il principe saudita ha sottolineato che Ryiad parteciperà agli accordi di Abramo soltanto se passerà la soluzione «due popoli, due stati» per Palestina e Israele.  

  

Lawrence H. Summmers, già presidente di Harvard e segretario Usa del Tesoro con l’amministrazione guidata da Bill Clinton ha annunciato di avere rinunciato a qualsiasi incarico pubblico. La decisione è arrivata dopo che Trump, a proposito del caso del finanziere pedofilo Jeffrey Epstein e dei file che dimostrerebbero un legame di lunga durata tra i due uomini di affari anche dopo il 2004, al contrario di quello che aveva affermato il Tycoon, ha detto di non avere nulla a che vedere con il caso Epstein e ha consigliato invece agli inquirenti di «indagare su Larry Summers e Bill Clinton». Due giorni dopo, l’annuncio da parte dell’ex segretario del tesoro, che ha spiegato: «il già presidente di Harvard, Lawrence H. Summers, si dimetterà da tutti i suoi incarichi pubblici nello sforzo di ricostruire la fiducia e restaurare le relazioni con la gente che mi è più vicina». La decisione di Summers non ha però migliorato l’umore di Trump, sempre più nervoso per le possibili rivelazioni di documenti che potrebbero implicarlo in uno scandalo di enorme portata non soltanto mediatica. Il presidente ha intimato di fare silenzio a una giornalista che gli poneva domande sul caso Epstein, definita «piggy», cioè «cicciona». «Quiet,Quiet Piggy», ha detto il Tycoon rivolto alla reporter di Bloomberg che a bordo dell’Air Force1 gli poneva domande sulla vicenda. E nella serata tra martedì e mercoledì, ora americana, la camera bassa del Congresso Usa ha votato il disegno di legge che permetterà la pubblicazione di tutti i file del caso Epstein. Il provvedimento, in caso di approvazione (scontata) sarà trasmesso al senato, che deciderà se trasmetterlo o meno a Trump. 

•Il presidente russo Vladimir Putin ha fatto annunciare dal portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, che non sarà presente oggi 19 novembre a Istanbul ai colloqui tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky , l’inviato speciale di Trump per l’Ucraina Steve Witkoff e il presidente turco Recep Tayyp Erdogan. Sul fronte bellico si registra l’incursione di droni russi nella regione ucraina di Dinopetrovsk, con il danneggiamento dell’edificio che ospita l’emettente tv pubblica Suspilne e la radio Dnipro. Gli ucraini a loro volta hanno lanciato due droni in territorio russo, con direzione Mosca. Il traffico aereo in partenza e in arrivo da due importanti scali moscoviti è stato interrotto e i due velivoli senza pilota sono stati abbattuti. Zelensky è stato ricevuto a Madrid dal primo ministro spagnolo Pedro Sanchez.   

  

• Chat Gpt, X e altri siti e piattaforme web hanno registrato crash a causa di alcuni problemi del fornitore di infrastrutture di rete Cloudflare. Anche spotify e alcuni giochi on line sono stati colpiti. Cloudflare aveva programmato una manutenzione per il data center Scl di Santiago. 

Un autobus che trasportava 20 studenti è finito fuori strada dopo lo scontro con un’autovettura. Nell’incidente, avvenuto nei pressi di Sesto al Reghena, Pordenone, sono rimasti leggermente feriti l’autista e uno studente. 

• In Europa sono 35 mila ogni anno, 12 mila in Italia, i morti per infezioni da batteri resistenti agli antibiotici. La notizia è stata data dall’Aifa, Agenzia italiana del farmaco, in occasione della Giornata dell’uso consapevole degli antibiotici, durante la quale la sede dell’agenzia si è illuminata di blu. In Italia l’uso degli antibiotici supera del 10% la media europea, in particolare nel sud, nonostante il calo del 5,1% nel 2024. 

• Arriva alle battute finali la Cop 30, la Conferenza mondiale sul riscaldamento globale in corso di svolgimento a Belem, Brasile. Il 21 novembre sarà la giornata conclusiva del summit, ma nonostante i recenti progressi, manca ancora l’intesa tra i 194 paesi su due temi molto rilevanti: la data di uscita dai combustibili fossili e la finanza per l’adattamento climatico dei paesi più vulnerabili