Nvidia Corporation building in Taipei, Taiwan. Credit: iStock

Il mercato attende con il fiato sospeso i risultati trimestrali di Nvidia, che arriveranno domani dopo la chiusura della borsa di New York.

Il colosso americano dei microchip si è affermato negli ultimi anni come il principale termometro del settore dell’intelligenza artificiale e per estensione di tutto il mercato high-tech, e gli investitori interpreteranno i risultati in questa chiave. Le aspettative sono per una performance molto solida anche se sta crescendo il timore di trovarsi in una bolla dell’AI e da alcuni investitori come Peter Thiel arrivano segnali che alimentano questa percezione.

L’hedge fund del miliardario americano Peter Thiel, co-fondatore di PayPal e Palantir, ha venduto la sua intera partecipazione azionaria di Nvidia nel corso dell’ultimo trimestre. Come riportato da Bloomberg, il fondo Thiel Macro LLC si è liberato di tutte le 537.742 azioni dell’azienda di Santa Clara, California, una posizione che ammontava, secondo le valutazioni del 30 settembre, a circa 100 milioni di dollari.

Non è un mistero che in molti considerino i titoli delle aziende legate all’intelligenza artificiale sopravvalutati. Il manager di hedge fund Michael Burry è stato uno dei critici più aspri al settore, rivelando le sue vedute “bearish” sia su Nvidia che su altre aziende legate all’AI come Palantir.

Diverso è stato il caso della giapponese SoftBank, che in ottobre ha annunciato di aver venduto una quota da 5,83 miliardi di dollari di Nvidia, con lo scopo dichiarato tuttavia di ottenere liquidità per finanziare altri investimenti nell’AI.

“Tutti sappiamo che nella mente degli investitori c’è solamente una cosa questa settimana e si tratta degli utili di Nvidia”, ha detto a Cnbc Jay Woods, chief market strategist di Freedom Capital Markets. “Non si tratta di un ‘iperbole, è la trimestrale più importante dell’anno. Perché? Perche è quasi l’8% dello S&P 500. È nell’indice Dow Jones, è parte del Nasdaq-100, quasi il 10%, quindi Nvidia muoverà i mercati.”

Le aspettative per questo trimestre sono di una crescita del fatturato del 58.1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, comunque un rallentamento rispetto al +93,6% di crescita messo a segno nel terzo trimestre del 2024. Gli utili sono previsti pari a 1,25 dollari per azione.

Nvidia storicamente tende a superare le aspettative di Wall Street, battendo le stime sugli ogni volta negli ultime due anni, mediamente del 4,7%. Nel second trimestre la società ha superato le aspettative sugli utili e realizzato un fatturato in linea con le stime, a 46,74 miliardi di dollari (+55,6% rispetto al secondo trimestre 2024).

Gli analisti di Wedbush sono tra quelli che puntano decisamente su Nvidia e credono che la società guidata da Jensen Wang domani saprà ancora sorprendere e batterà le aspettative di nuovo.

Analizzando la domanda che spinge la rivoluzione dell’AI, si legge nel rapporto di Wedbush, è evidente che “la storia inizia e finisce con Nvidia.”  Il gigante dei semiconduttori “è un pezzo fondativo di questa rivoluzione AI e ci aspettiamo che Nvidia supererà comodamente le previsioni di Wall Street “ grazie ad una moltitudine di dati positivi provenienti dall’Asia e dalle cifre “mostruose” di investimento da parte delle aziende Big Tech. La rivoluzione dell’AI è quindi viva e vegeta, ben lontana da una bolla, anzi. Secondo lo studio “le previsioni su Nvidia sono abbondantemente sottostimate per i prossimi anni dato che la domanda globale” in questa fase della rivoluzione AI è solo giunta al primo terzo della partita.

Le stime di investimenti in conto capitale per Big Tech saranno “superiori a 550 miliardi nel 2026 e ci sarà un enorme aumento di adozione globale nei prossimi 12-18 mesi”. Come conseguenza il mercato del tech resterà bullish “per almeno altri due anni” e la stima è che “per ogni dollaro speso in Nvida, esista un moltiplicatore dagli 8 ai 10 dollari nel resto dell’ecosistema tech”.

Le previsioni degli analisti di IG Italia sono per “ricavi vicini ai 55 miliardi di dollari, in aumento di oltre 55% su base annua, e un EPS adjusted a 1,26 dollari.” Il rapporto rileva come il ceo Huang sia “chiamato a confermare che il boom dell’AI non è solo hype ma un ciclo pluriennale che segna record e continuerà a segnarli.”

IG pone particolare attenzione sulla voce data center, il punto cruciale dell’infrastruttura industriale dell’AI.  Nel secondo trimestre il segmento aveva toccato 41,1 miliardi di dollari su ricavi totali di 46,7 miliardi di dollari. “Per il terzo trimestre il mercato si aspetta un ulteriore salto fino a circa 49,5 miliardi, pari a quasi il 90% del fatturato totale.” Si tratterebbe di una “crescita eccezionale”,  pari ad un +20% trimestre su trimestre. “Il grande interrogativo è se questo ritmo sia davvero sostenibile oppure se gli hyperscaler stiano iniziando una fase di “digestione” dell’enorme capacità GPU già installata.”

Un altro punto cruciale sarà “la visibilità pluriennale sul portafoglio ordini di Nvidia”, che potrebbe “ridurre moltissimo l’ansia degli investitori per la “bolla AI””, dato che “se i clienti firmano ordini miliardari con visibilità di diversi anni, il mercato non può ignorare la forza strutturale della domanda.” Ultimamente si è parlato di ordini potenziali per Nvidia che supererebbero i 500 miliardi di dollari.

Sempre dal rapporto IGsi valuta come per ora Nvidia controlli tra l’80% il 90% del mercato degli acceleratori AI, ma competitor come AMD stiano crescendo rapidamente con strategie aggressive. “Qualsiasi commento del management sul confronto con AMD, sulla maturità dell’ecosistema software dei competitor” o anche sullo stato delle proprie architetture dei microchip sarà attentamente soppesato dagli investitori.

Per il mercato potrebbero aprirsi tre scenari. Se i numeri saranno eccezionali, ossia ricavi oltre i 55 miliardi e utili superiori a 1,26 dollari per azione “il comparto AI potrebbe registrare un rally globale.” Se i risultati saranno in linea con le aspettative ma Nvidia suggerirà un rallentamento dei tassi di crescita, “il titolo potrebbe muoversi lateralmente mentre il mercato ruoterebbe verso i nomi più difensivi dell’AI.” Se invece i risultati e l’outlook saranno deboli e inferiori alle attese e questo “potrebbe innescare una correzione profonda: il rischio di “AI bubble” tornerebbe al centro, con pressione su tutto il comparto growth a livello globale.”