È passato un mese dal bruttissimo infortunio al tendine d’Achille che ha messo fuori gioco Holger Rune. Il percorso che lo attende per il rientro sarà molto lungo ma il danese lo sta affrontando con il piglio giusto. Rune si è infortunato all’Atp 250 di Stoccolma contro Ugo Humbert, un infortunio che ha scioccato tutto il mondo del tennis come dichiarato nell’intervista ad Hard Court: “Onestamente, credo che il mio infortunio sia stato uno shock per molti tennisti e atleti, perché non ho mai avuto problemi alla caviglia e il mio corpo era in ottima salute. Ho fatto esami, risonanze, test di ogni tipo… ero super forte. Questo non doveva succedere, non dovrebbe essere possibile. Ho 22 anni, sono sano e forte, eppure è accaduto. Sfortuna? Non credo che nello sport si possa parlare di ‘sfortuna’. Tutto accade per una ragione. Dietro ogni cosa c’è una spiegazione”.
Com’è potuto succedere?
Rune torna sulla dinamica del brutto infortunio: “La causa principale è l’affaticamento. Ed è molto spaventoso per l’intero settore sportivo. Lo sport è intrattenimento, e noi amiamo intrattenere. Amiamo giocare, i tornei, i tifosi. Ma dobbiamo ascoltare il nostro corpo. Ed è molto difficile farlo quando ami il tennis quanto lo amo io. Il tendine è lungo e la rottura era distante dal muscolo, quindi non si è dovuto intervenire sulla parte muscolare. Un punto di partenza positivo per una riabilitazione che si annuncia lunga, fino a un anno”.
L’autocritica ed il percorso
Holger è anche molto severo con se stesso me spera che questo lungo stop possa aiutarlo a maturare: “Non ho mai dubitato del mio amore per il tennis, ma davo per scontato il mio talento. A volte ero troppo indulgente. Ora vedo tutte le cose che avrei potuto – e dovuto – fare diversamente. Non solo l’allenamento, ma tutto ciò che lo circonda: alimentazione, recupero, routine. Forse questo è lo schiaffo in faccia di cui avevo bisogno per prendere sul serio il mio talento e mostrare a me stesso di cosa sono capace. Non si può tornare indietro. Ma ora ho una motivazione diversa. Per diventare top 5, o anche di più, per vincere gli Slam, devi essere costante in tutto. Ma la vita non è una linea retta verso l’obiettivo. Guardando agli ultimi anni, forse avevo bisogno di passare attraverso certe fasi per maturare”.

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