Dal 1° agosto 2025, il saggio di successo “Lucio Fontana spiegato a mia nonna – perché i tagli sono opere d’arte” di Davide Uria sarà disponibile anche in formato ebook, offrendo a un pubblico ancora più vasto una guida ironica ma appassionata all’arte contemporanea. Un progetto che nasce da lontano, da una tesi di laurea discussa nel 2013, e che ha attraversato un lungo processo di maturazione, nutrendosi di studi, domande, ma soprattutto di un profondo ascolto. Uria stesso racconta di aver imparato, in particolare all’Università della Terza Età, che “parlare d’arte significa prima di tutto mettersi in ascolto dell’altro: delle sue resistenze, delle sue meraviglie”. L’originalità e il valore comunicativo di questo lavoro sono stati riconosciuti anche da Artribune, che lo ha segnalato a novembre 2024.
L’inconfondibile equilibrio di Uria tra ironia e profondità si ritrova anche nel suo secondo volume, “Sopravvivere a un museo d’arte contemporanea”, uscito a maggio 2025. Con un approccio quasi da “manuale di sopravvivenza”, il libro offre dieci strategie per orientarsi tra performance e installazioni, con l’intento di essere al tempo stesso “una guida e uno specchio”, in cui il lettore possa riconoscersi, sorridere e porsi domande.
L’esperienza di Uria non è solo sulla carta. Negli anni ha avuto la fortuna di “muoversi tra diverse forme dell’arte: studiarla, raccontarla, viverla da dentro”, lavorando all’ufficio stampa del MART di Trento e Rovereto e collaborando con il mondo accademico. Per lui l’arte non è “un codice da decifrare, ma una soglia da attraversare”, e questo sguardo laterale e mai dogmatico traspare in ogni sua opera.
Accanto alla saggistica, da tempo affianca la poesia, con diverse raccolte pubblicate, come “Non mi vedi” e “Al di là dell’abisso”. Ora, dopo un periodo di silenzio, Uria sta tornando a scrivere versi, consapevole che “la poesia ha bisogno di silenzio e pazienza. Non è un prodotto, non è mai pronta su richiesta”. La parola, sia in prosa che in poesia, è il suo strumento più autentico, la sua “forma di pensiero” per cercare di dare un senso alle cose. Il suo scopo finale non è il successo, ma la verità, o almeno un suo riflesso, condividendo con il lettore un cammino piuttosto che imporre una meta.