di
Federica Nannetti
Il sindaco di Bologna ribadisce una «forte preoccupazione per lo svolgimento della partita» di basket del 21 novembre e chiede al Ministro di spostare la gara «ad altra data e altro luogo». Piantedosi gli rilancia la palla: «Il sindaco non è privo di poteri, potrebbe anche vietarla la partita»
Si deciderà il 19 novembre, con il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato in Prefettura, le sorti della partita di Eurolega tra Virtus Bologna e Maccabi Tel Aviv, dopo il duplice appello di del sindaco Matteo Lepore a spostare il match «in altro luogo e in altra data» rivolto in primis al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
Piantedosi: «Se vuole può decidere di vietarla il sindaco»
Per il primo cittadino «non ci sono le condizioni di ordine pubblico» perché si giochi venerdì sera al PalaDozza: del resto la protesta contro la presenza della squadra israeliana è andata espandendosi ben oltre la galassia Pro Pal. Dopo le parole del titolare del Viminale dello scorso weekend («non sono i soliti facinorosi che possono dettare l’agenda degli eventi in Italia, speriamo di non dover mettere in campo un esercito»), martedì 18 novembre il primo cittadino gli ha chiesto ancora «di ripensarci, per il bene di tutti», ma la risposta del ministro è arrivata in pochi minuti ed è stata dello stesso tenore, senza alcun accenno di passi indietro. «La partita per noi si fa, non ci sono motivi perché non si faccia — le parole di Piantedosi —. Non sono gruppi di persone che minacciano con la violenza che possono dettare l’agenda degli eventi pubblici in una qualsiasi città. Il sindaco potrebbe anche vietarla, non è privo di poteri. Per quanto ci riguarda, ci sono le condizioni perché la partita venga giocata».
Di nuovo la proposta di spostare la gara
Una sfida alla quale il sindaco Lepore ha nuovamente risposto in serata, ribadendo la necessità di uno spostamento della partita e chiamando a una condivisione della decisione in sede di comitato. «Proporrò lo spostamento al prefetto e al questore — ha insistito —. Le mie ordinanze vanno motivate e condivise in comitato per l’ordine pubblico. A mio avviso non ci sono le condizioni per giocare: la città rischia danni ingenti e costi che non ci possiamo permettere».
Che si tratti di una partita e di un contesto complesso era emerso anche nel corso dei passati comitati, tanto che la stessa Questura aveva fatto le proprie osservazioni e preso in considerazione diverse ipotesi alternative. Ma fino a martedì sera si è rimasti in una situazione di stallo. Si vedrà, qualcosa potrebbe cambiare.
Anche 10 mila persone in arrivo
Sui rischi, definiti «altissimi», il sindaco è tra l’altro tornato più volte, «per l’incolumità dei cittadini, i negozi e la città», anche relativamente ai costi: «Si vuole pure addebitare una parte importante dei costi della gestione dell’ordine pubblico al Comune di Bologna — ha fatto sapere —, al momento stimati in quasi 200 mila euro, che includono quelli che si avranno probabilmente a seguito delle manifestazioni previste attorno alla partita in pieno centro storico e i costi per il fermo di vari cantieri pubblici. Trovo questa situazione totalmente inaccettabile e irrispettosa per la città di Bologna». In città, per le proteste contro la partita, secondo le stime del primo cittadino potrebbero arrivare fino a diecimila persone, se non di più, con un eventuale dispiegamento ingente di forze dell’ordine per poter cinturare il PalaDozza e creare una sorta di zona cuscinetto: la protesta contro la presenza della squadra israeliana è andata del resto ampliandosi sempre più, coinvolgendo tutta la galassia pro Pal, i sindacati di base, i collettivi cittadini, ma anche le squadre dello sport popolare e i municipi sociali; così come è arrivato anche il no di Coalizione civica e la richiesta di spostare la partita in altra sede da parte del Pd in consiglio comunale. In una lettera aperta rivolta ai tifosi delle V nere, l’assemblea Blocchiamo tutto ha anche chiesto loro di unirsi alla manifestazione di protesta.
La città «rischia danni ingenti che non ci possiamo permettere»
«La città rischia danni ingenti e costi che non ci possiamo permettere — ha ribadito in serata dopo la risposta del ministro —. Il palazzo dello sport è in pieno centro storico, in mezzo ai cantieri, ai residenti e ai negozi, che non si meritano violenze e scontri. Non si può mettere a soqquadro una città per una partita di basket. Che il ministro Piantedosi ci ripensi», l’ultimo appello.
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18 novembre 2025 ( modifica il 18 novembre 2025 | 21:26)
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