Arriva a Padova La religione della libertà (Italia, 2025, 40’) di Marco Zuin e Giulio Todescan, il film documentario che per la prima volta porta alla luce la storia pubblica e privata di Antonio Giuriolo, intellettuale antifascista e partigiano, maestro di pensiero critico per una generazione di giovani cresciuti nel conformismo del regime fascista.

Il sacrificio di Giuriolo

Tra i fondatori del Partito d’Azione in Veneto, Giuriolo (Arzignano, 1912 – Lizzano in Belvedere, 1944) cadde il 12 dicembre 1944 sul monte Belvedere, nell’Appennino tosco-emiliano, a soli 32 anni, colpito dai tedeschi mentre tentava di soccorrere un giovane compagno ferito. Prima di guidare, in Emilia, la brigata Matteotti Montagna, “Capitan Toni” era stato il comandante della formazione dei “piccoli maestri” sull’Altopiano dei Sette Comuni, raccontata dall’omonimo romanzo di Luigi Meneghello.

Evento e protagonisti

La proiezione si terrà mercoledì 19 novembre alle ore 21 al Cinema Esperia (via Chiesanuova 90 – biglietto intero 6 euro, ridotto 5 euro). La serata è promossa da LIES – Laboratorio dell’Inchiesta Economica e Sociale aps e da Working Title Film Festival, che hanno prodotto il film, in collaborazione e con il patrocinio del Casrec – Centro di Ateneo per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea dell’Università di Padova.

Dopo la proiezione ci sarà un dialogo tra gli autori del film Marco Zuin e Giulio Todescan, pronipote di Giuriolo, Alessandro Santagata, ricercatore di storia contemporanea del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Padova, e Giorgio Romagnoni, fumettista autore, con Antonio Massariolo, del fumetto Il bisnonno fischiettava. Una notte nella Padova partigiana, edito da Il Bo Live in collaborazione con BeccoGiallo e con il contributo scientifico del Casrec, che racconta la storia del custode di Palazzo Bo negli anni del fascismo e poi della Liberazione, Piero Artuso, bisnonno di Romagnoni.

Memoria e valori

Cosa resta della memoria di un uomo? È questa la domanda a cui vuole rispondere il documentario, realizzato a ottant’anni dalla morte di Capitan Toni, medaglia d’oro al valor militare, che restituisce un ritratto intimo profondo di un uomo capace di trasformare la cultura in una scelta di vita, in un dovere morale, la libertà in impegno quotidiano.

Il racconto della sua vita, ricostruita attraverso i documenti degli archivi, la ricerca di due studenti e le testimonianze dei nipoti e degli studiosi, ci porta sulle Piccole Dolomiti e sull’Appennino Tosco-Emiliano. Nato ad Arzignano e vissuto a Vicenza, Giuriolo nel 1935 si laureò in Lettere all’Università di Padova, con una tesi su Antonio Fogazzaro. Vi conobbe l’allora giovane professore Norberto Bobbio, che definì Giuriolo, dopo la morte, un «nobilissimo esempio di educatore senza cattedra», perché il suo insegnamento si svolgeva non nelle aule scolastiche – possibilità che gli era negata dal suo ostinato rifiuto di chiedere la tessera del Partito Nazionale Fascista, condizione indispensabile per poter accedere alle scuole statali – ma nella sua casa, tra le strade e i portici di Vicenza e nelle montagne delle Piccole Dolomiti che tanto amava.

«Senza di lui non avevamo veramente senso, eravamo solo un gruppo di studenti alla macchia, scrupolosi e malcontenti; con lui diventavamo tutt’altra cosa: Antonio era un italiano in un senso in cui nessun altro nostro conoscente lo era; stando vicino a lui ci sentivamo entrare anche noi in questa tradizione», scrive Luigi Meneghello nei I piccoli maestri.

«In lui trovavano vita quegli ideali che animano i sogni dei giovani, perché c’era nel suo gesto, nella sua frase, un inestimabile calore umano», scriveva un giovane Enzo Biagi su Patrioti, organo della 1a Brigata Giustizia e Libertà, il 15 febbraio 1945.

Il film e il lascito

Realizzato su iniziativa della famiglia Giuriolo, La religione della libertà è prodotto da LIES – Laboratorio dell’Inchiesta Economica e Sociale aps e Working Title Film Festival, con il contributo dell’Istrevi – Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea della Provincia di Vicenza “Ettore Gallo” e il supporto di oltre 120 co-produttori che hanno partecipato a una campagna di crowdfunding online. Gode del patrocinio del CAI Club Alpino Italiano, a cui Giuriolo era iscritto, e che a lui nel dopoguerra intitolò il rifugio di Campogrosso, sulle Piccole Dolomiti di Recoaro Terme.

A guidare il racconto sono gli occhi di due giovani studenti di oggi, impegnati in una ricerca d’archivio che diventa passaggio di testimone tra passato e presente: i giovani hanno preso parte al “Laboratorio Giuriolo” promosso dal Liceo Quadri di Vicenza e da Istrevi nell’anno scolastico 2022-23. Il film, attraverso i loro occhi, intreccia le voci dei partigiani che conobbero Giuriolo, Renzo “Tempesta” Ghiotto e Ferruccio Pilla, recuperate da archivi video inediti, con i ricordi dei tre nipoti, e ancora il contributo degli studiosi: Renato Camurri che ha raccolto in Antonio Giuriolo. Pensare la libertà (Marsilio) una selezione ragionata dei testi scritti tra il 1936 e i primi anni Quaranta, confluiti in 47 quaderni che svelano la sua formazione culturale e politica, in cui la scrittura diventa, una forma di raccoglimento interiore che prepara il passaggio alla lotta politica; e Antonio Trentin, autore di Toni Giuriolo. Un maestro di libertà (nuova edizione per Cierre del testo pubblicato nel 1984 per Neri Pozza) la prima biografia che ripercorre una vita breve e intensa culminata nel contributo dato alla fondazione del Partito d’Azione, a livello nazionale, intrecciando rapporti con figure come Norberto Bobbio, filosofo del diritto allora professore a Padova, e Aldo Capitini, primo teorico italiano della nonviolenza.

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