Un decesso e diversi ricoverati. Al momento sono queste le cifre ufficiali della microepidemia di legionellosi in corso in un’area ben circoscritta (vale sempre la pena ricordarlo) di Milano, nel quartiere San Siro. I timori sono particolarmente elevati per gli anziani e le persone immunodepresse, più esposte a possibili complicazioni del quadro.
Ma di cosa stiamo parlando? Ecco, in sintesi, come nasce e si sviluppa la patologia delle vie respiratorie causata da un particolare germe, la Legionella pneumophila, così chiamata proprio per la sua tendenza a svilupparsi nei polmoni.
Identikit del batterio
La Legionella è naturalmente presente in ambienti in cui è presente acqua. Riesce a proliferare a temperature comprese tra i 20 e i 50 gradi, diventando potenzialmente pericoloso per la salute umana proprio perché si sviluppa in quantità. Purtroppo capita che le infezioni legate al batterio rappresentino, con le loro “riaccensioni” come quella che si sta osservando, una sfida concreta per la salute pubblica.
Per la precisione, parlare di un unico germe non è corretto, visto che esistono moltissime varianti del batterio, che vive senza dare particolari problemi all’organismo umano, come abbiamo visto, soprattutto in fiumi e laghi a temperatura non troppo bassa. La situazione cambia profondamente quando la legionella si riproduce in grandi quantità all’interno di tubature o di vie entro cui si diffonde l’aria condizionata all’interno degli ambienti. In queste condizioni infatti il germe si replica a grande velocità formando una specie di invisibile “pellicola” lungo le colonne di raffreddamento dell’acqua e altri sistemi di tubature, specie se sono presenti residui di ruggine.
Importante è ricordare una cosa: la malattia non si trasmette da persona a persona. La diffusione del batterio avviene per via inalatoria respirando particelle di acqua nebulizzata provenienti da un impianto o apparecchiatura contaminati.
Come si presenta l’infezione
I sintomi della legionellosi ricordano normalmente quelli di una comune broncopolmonite e si manifestano in un tempo che può andare da due a dieci giorni dal momento dell’avvenuto contagio. La persona colpita accusa febbre ed una forte tosse, che può essere secca e poi indurre anche la produzione di muco. In alcuni casi a questi fastidi si associano un cattivo funzionamento dei reni e altri disturbi generici, come mal di testa e dolori muscolari, stanchezza, perdita di appetito e, occasionalmente, diarrea.
Visto che i sintomi sono abbastanza generici, il sospetto della malattia può essere confermato attraverso test sul sangue e nelle secrezioni bronchiali.
In generale quindi si accerta la diagnosi tramite l’esame radiologico del torace, la ricerca dell’antigene Legionella pneumophila nelle urine e l’esame colturale della Legionella su un campione respiratorio. Esistono ovviamente anche altri esami che possono essere richiesti, caso per caso, dagli specialisti.
Come si cura e chi è a rischio
Contratta mediante inalazione o aspirazione di aerosol contaminato, la legionellosi può quindi potenzialmente causare gravi infezioni all’apparato respiratorio che si presentano con sintomi che inizialmente possono manifestarsi in modo simile a quelli di una polmonite severa portando in alcuni casi a gravi complicanze. Per questo occorre pensare subito alle terapie terapie mirate caso per caso, partendo da antibiotici attivi sul germe, che in molti casi si rivelano estremamente efficaci tanto che l’infezione passa senza lasciare alcun segno. Questi farmaci possono essere associati a strategie di supporto alla respirazione oltre che ad altri medicinali, come gli antinfiammatori.
Sul fronte delle attenzione da prestare, ricordiamo che sono a rischio particolare i cosiddetti soggetti immunocompromessi, che hanno cioè una risposta difensiva inferiore rispetto alla norma, cosa che può accadere soprattutto nelle persone anziane, o in chi soffre di malattie oncologiche o cronicità. Andando a spulciare i dati relativi al 2022 per l’Italia ci si accorge peraltro che proprio gli anziani risultano maggiormente interessati in caso di casi conclamati. Le statistiche dicono che in base alla distribuzione per età, oltre il 70% delle persone colpite ha almeno 60 anni e l’incidenza aumenta al crescere dell’età raggiungendo il valore massimo di 169,7 casi per milione di abitanti nella fascia di età pari o superiore a 80 anni.
Infine chi fuma appare più esposto a contrarre questa infezione per la carenza dell’azione di ”filtro” da parte dei bronchi nei confronti dell’aria inspirata.
Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.