La seconda conferenza dell’Istituto Storico Artistico Orvietano per l’Anno Accademico 2025/26 si terrà venerdì 21 novembre come di consueto alle 17 all’Auditorium “Gioacchino Messina” di Palazzo Coelli, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto. L’architetto Raffaele Davanzo, direttore scientifico del Bollettino ISAO, parlerà di un anniversario particolare e ben poco valorizzato. Compie, infatti, esattamente 1200 anni il progetto della pianta del Monastero svizzero di San Gallo, per secoli uno dei più importanti d’Europa. Questa pianta, un vero tesoro storico, data appunto all’anno 825 ed è l’unico disegno per un progetto architettonico che ci sia pervenuto del periodo dell’Alto Medioevo.
Si conoscono, invece, disegni successivi di epoca gotica, come ad esempio i progetti per le facciate delle cattedrali di Reims e di Strasburgo, 1260 circa, e quelli per la facciata del duomo di Orvieto, che risalgono ai primi del Trecento. La pergamena svizzera raffigura peraltro un’architettura che non è stata mai costruita: una sorta di “monastero ideale” la cui organizzazione interna è oltremodo funzionale, sia per le destinazioni dei singoli edifici, sia per la netta separazione degli spazi tra quelli ad uso esclusivo dei monaci e quelli a cui potevano accedere anche i laici.
Al centro vi è un’ampia chiesa, circondata da chiostri ed edifici minori, che racchiudono tutte le funzioni possibili per un monastero di grandi dimensioni. Dimensioni che si spiegano con l’avvenuta integrazione delle due grandi strade del monachesimo occidentale: quella irlandese di San Colombano e quella di San Benedetto. Quest’ultima ipotizzava infatti grandi strutture per un gran numero di monaci, tutti dediti ad un preciso lavoro.
La lettera che accompagna il disegno, destinata all’abate Gozberto, dice chiaramente che la pianta era stata copiata da un esemplare di partenza: a dimostrazione di un desiderio di universalità della cultura carolingia.