“L’ultima volta che ho pianto per il tennis è stata a Miami“. Carlos Alcaraz si racconta a Marca, al termine di una stagione lunga, faticosa e conclusa con il primo posto nel ranking Atp ma anche con un infortunio alla coscia che non gli ha permesso di scendere in campo nelle Finali di Coppa Davis a Bologna con la sua Spagna. Tra i tanti temi affrontati dallo spagnolo c’è appunto quello dell’aspetto mentale, importantissimo per competere costantemente a certi livelli.
“Nel mio team c’è una psicologa, ma adesso le parlo sempre meno. Mi appoggio a lei quando ho bisogno di sfogarmi e parlare con qualcuno”, ha raccontato il tennista murciano. “Grazie a Dio, da Miami non ho più avuto quella sensazione di dover sfogarmi perché è andato tutto molto bene. E io, sia dentro che fuori dal campo, stavo bene con me stesso”. In quella circostanza Alcaraz era stato eliminato al Masters 1000 in Florida, a marzo, al primo turno da David Goffin. Un match in cui era apparso nervosissimo e tesissimo già a partita in corso. Poi a fine match è scoppiato in lacrime.
Infine inevitabile anche la domanda sulla rivalità con Sinner, con Alcaraz che ha risposto così: “Penso che entrambi siamo ossessionati l’uno dell’altro. Lui ha perso due o tre partite negli ultimi due anni, e la stragrande maggioranza di queste sono state contro di me. Jannik deve analizzare e pensare a cosa deve migliorare per battere più spesso il giocatore che non è riuscito a battere. È logico e normale”, ha spiegato lo spagnolo, che ha poi concluso: “Io ho perso contro più giocatori, ma il mio obiettivo è cercare di migliorare e fare le cose in modo che la prossima volta che ci affronteremo, sarò un giocatore migliore per batterlo”.