Con questo intervento, Minaj si inserisce nel solco di altre celebrità che hanno scelto di usare la propria notorietà per lanciare un messaggio globale: da Emma Watson, che nel 2014 all’ONU parlò di parità di genere, fino ad Angelina Jolie, impegnata da anni come inviata dell’Alto Commissariato per i Rifugiati. La differenza, nel suo caso, è il tono: più diretto, colloquiale, a tratti spiazzante per un contesto istituzionale. Minaj ha alternato dichiarazioni solenni a frasi brevi e spontanee, come quando ha ricordato: “L’ho detto anche sui social: nessuno dovrebbe mai temere di pregare secondo la propria fede”. Un linguaggio semplice ma efficace, capace di parlare a un pubblico giovane e abituato più ai palchi musicali che ai palchi diplomatici.