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Redazione Milano

L’intervista al programma «Dentro la notizia» su Canale 5: «Mio figlio è vivo per miracolo, è arrivato in ospedale con un litro di sangue. È vivo perché era a 500 metri, se no sarebbe morto»

«Mio figlio è vivo per miracolo, è arrivato in ospedale con un litro di sangue. È vivo perché era a 500 metri, se no sarebbe morto». Lo ha detto il padre dello studente di 22 anni aggredito e accoltellato lo scorso 12 ottobre vicino a corso Como a Milano, intervistato al programma «Dentro la notizia» su Canale 5. 

«Penso che sia noto a tutti che ormai a Milano non si può più camminare – ha aggiunto -. Io stesso sono stato inseguito. L’altro mio figlio è stato derubato quindi c’è una situazione allucinante, sembriamo nel Bronx».



















































Saranno interrogati venerdì mattina in carcere a San Vittore i due 18enni accusati dell’aggressione, in concorso con tre 17enni. La gip Chiara Valori ha fissato gli interrogatori di garanzia dopo che martedì all’alba la polizia di Stato, coordinata dal pm Andrea Zanoncelli e dalla Procura per i minorenni (che procede separatamente sui tre giovanissimi), ha dato esecuzione alle due ordinanze di custodia cautelare in carcere con le ipotesi di tentato omicidio pluriaggravato e rapina pluriaggravata. A.C, il ragazzo di Monza che ha sferrato le due coltellate da dietro, mentre la vittima era già a terra all’altezza «del polmone», provocandogli uno «shock emorragico da emotorace massivo in ferita penetrante» con lesioni midollari, e A.A., il presunto «palo» dell’aggressione, nato in Egitto e residente a Monza, difesi rispettivamente dagli avvocati Giovanni Luigi Giovanetti e Elena Luigia Patrucchi, rispondono anche delle aggravanti della minorata difesa per aver agito sotto un portico nascosto di notte, in assenza di «soccorritori» sul posto e in condizioni di «sopraffazione» di gruppo, avendo commesso il fatto in 5 persone, con l’aggravante del concorso di minori e quella di aver agito per commettere un altro reato, la rapina. I due maggiorenni rischiano fra i 10 e i 14 anni in caso di rito abbreviato e fra i 14 e i 21 anni se sceglieranno di affrontare un dibattimento: si tratta della pena per omicidio volontario (21 anni) ridotta di un terzo perché si tratta di delitto tentato a cui però sommare le pene previste dalle 4 aggravanti contestate dal pubblico ministero.


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19 novembre 2025 ( modifica il 19 novembre 2025 | 19:27)