La McLaren atterra a Las Vegas determinata ad acquisire la certezza matematica di portarsi a casa il titolo mondiale con uno dei propri piloti, a patto che Lando Norris guadagni almeno altri 9 punti su Max Verstappen. Riuscirci però non è scontato, dal momento che la pista del Nevada è un concentrato di caratteristiche tanto sfavorevoli alla MCL39 quanto amiche alla Mercedes. Antonelli è legittimato a sognare di conquistare la prima vittoria in Formula 1, ma dovrà vedersela soprattutto con George Russell, seguito a ruota da Max Verstappen e dalle Ferrari.
McLaren in difesa
La scuderia di Woking dovrà superare sé stessa per confermarsi sul gradino più alto del podio per il terzo fine settimana consecutivo. Las Vegas, infatti, espone le vulnerabilità della MCL39, a partire dalla configurazione da basso carico aerodinamico imposta dai lunghi rettilinei del Nevada, con la quale la McLaren ha dimostrato di non essere la macchina più efficiente. Le difficoltà, tuttavia, sono anche altre.
In Brasile Andrea Stella sottolineava le caratteristiche amiche del circuito di Interlagos: “Ci sono curve lunghe, poche frenate e non c’è una traiettoria obbligata in curva. Sono le condizioni in cui la MCL39 si esprime al meglio”. Nulla di tutto questo è presente a Las Vegas, tracciato cittadino dalle tipiche curve lente e brevi, ben cinque delle quali nell’intorno dei 100 km/h, impedendo alla McLaren di esprimere le proprie doti di carico e stabilità aerodinamica. A precederle, inoltre, ci sono lunghe e violente frenate a volante dritto, non propriamente il punto di forza dell’auto di Woking, di cui è difficile leggere il comportamento delle ruote anteriori quando sono prossime al bloccaggio. Se ci si mettono anche le rigide temperature invernali del Nevada, distanti da quel caldo torrido tanto gradito alla MCL39, ecco che la McLaren si prepara a un weekend decisamente difficile.

Non è un caso che per caratteristiche Las Vegas incarni l’estremizzazione di Baku e Montreal, due tra i circuiti dove le macchine papaya hanno faticato di più nel 2025. Servirà la migliore McLaren per puntare alla vittoria, ma soprattutto Oscar Piastri avrà bisogno della migliore versione di sé stesso. Il circuito della Strip presenta infatti il livello di grip più basso dell’intera stagione, condizioni a cui l’australiano deve ancora imparare ad adattare il proprio stile di guida.
Mercedes per la terza vittoria
Le Frecce d’Argento furono le assolute protagoniste dell’edizione 2024, siglando una doppietta firmata George Russell e Lewis Hamilton. La Mercedes di quest’anno ha qualità simili a quella della scorsa stagione, gettando buone premesse per il weekend americano. La W16 si è già ben comportata a Montreal e Baku, circuiti vicini per caratteristiche a quello del Nevada, a partire dall’abbondanza di curve secche e lente che ne esaltano le doti di trazione. Las Vegas, inoltre, nasconde l’instabilità della Mercedes nelle staccate in combinato dove bisogna agire contemporaneamente su freno e sterzo, dal momento che in Nevada le frenate si sviluppano prevalentemente a volante dritto.
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A dare speranza alle Frecce d’Argento però è soprattutto un contesto che aiuta a far lavorare le gomme a temperature più basse, il cui merito non è solamente delle rigide condizioni ambientali. La configurazione a basso carico aerodinamico, l’assenza di curve veloci e la limitata rugosità dell’asfalto sono solo alcuni dei fattori che riducono il calore generato negli pneumatici, con il problema contrario semmai di portarli in temperatura nel giro di lancio in qualifica. Il rettilineo della Strip da oltre 2 chilometri provoca da solo un abbattimento delle temperature delle gomme anteriori di oltre 40°C, rallentando il degrado ma aumentando il rischio di graining.
Sulla carta Las Vegas è la pista migliore per la Mercedes e arriva proprio dopo quella che è stata la migliore gara dell’anno per Antonelli. L’italiano si presenta in Nevada con una maggiore consapevolezza delle proprie capacità e delle qualità della Mercedes, trovandosi tra le mani la prima grande occasione per puntare alla vittoria. Kimi dovrà però vedersela prima di tutto con George Russell, determinato a ristabilire le gerarchie interne e a conquistare quello che sarebbe il terzo successo stagionale.
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Ferrari e Verstappen alla porta
I contendenti comunque non mancheranno, a partire da Max Verstappen, aggrappato alla flebile ma pur sempre presente speranza di confermarsi campione del mondo. Il pilota olandese avrà dalla sua una Red Bull che è il punto di riferimento in griglia per quanto riguarda l’efficienza nella veste a basso carico aerodinamico, destinata a venire impiegata a Las Vegas. La RB21 non disdegna nemmeno le basse temperature, con l’interrogativo però sul se riuscirà ad accendere le gomme in qualifica, compito fallito sia in Brasile che a Città del Messico. La buona notizia per Red Bull è che questa volta ci saranno tre intere sessioni di prove libere da disputare con entrambi i piloti titolari, avendo quindi tutto il tempo per cercare la giusta quadra con l’assetto.
In un weekend in cui la McLaren potrebbe faticare, anche la Ferrari è legittimata a credere in un buon risultato, pur essendo meno accreditata per la vittoria rispetto a Mercedes e Red Bull. Nell’ultimo biennio Las Vegas è stata una buona pista per il Cavallino, ma quest’anno la SF-25 ha dimostrato di aver perso le qualità estreme dei progetti precedenti in favore di una maggiore costanza sui circuiti più rappresentativi del calendario. Le alte velocità dello Strip Circuit, inoltre, portano la macchina a schiacciarsi a lungo contro il suolo, potenzialmente esponendo i problemi di usura del fondo e gestione delle altezze della SF-25. Ciò non toglie che con una preparazione efficace e una corretta scelta dei tempi in qualifica la Ferrari possa giocarsi un buon risultato, indispensabile per scongiurare il rischio di chiudere quarta tra i costruttori.
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Le altre lotte
A Las Vegas ci sarà grande attenzione anche per la lotta a centro-gruppo, con in ballo milioni importanti a seconda del piazzamento in classifica costruttori. La Williams ha tutte le carte in regola per consolidare il 5° posto, come dimostrato nel podio conquistato da Carlos Sainz a Baku, pista con tante analogie con quella americana. Racing Bulls invece si prepara a difendersi dal ritorno della Haas, mentre sono meno rosee le prospettive per Aston Martin, cronicamente in difficoltà quando si tratta di esprimere velocità sul dritto.
Come sempre molto sarà legato alla capacità di sfruttare correttamente le gomme. Pirelli ripropone le mescole C3, C4 e C5 della scorsa edizione, ma il prodotto 2025 ha dimostrato di essere molto più resistente meccanicamente e meno incline al graining che condizionò la corsa del 2024. Anche per questo non vi è certezza sul numero di soste, subordinato comunque a eventuali ingressi della Safety Car, rischio sempre presente in una città dove, tanto nei casinò quanto in pista, per vincere serve anche fortuna.