«Essere Morandi significa sostenere un pesante fardello. Però, in fondo in fondo, abbiamo sempre saputo che rappresenta, anche, un privilegio. Si trattava, appunto, di scavare. Abbiamo “siglato la pace” con questo benedetto cognome, attraverso una lunga ricerca interiore. Certo, c’è costato un patrimonio in parcelle mediche», dice Marianna Morandi in un’intervista che ha rilasciato, assieme al fratello Marco, al settimanale OGGI, in edicola da domani. Foto | video
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GLI OBBLIGHI – Entrambi nati dal matrimonio del “Gianni nazionale” con Laura Efrikian, durato dal 1966 al 1979, sono ora a teatro con un recital autobiografico intitolato Benvenuti a casa Morandi. Gianni, ricordano, è stato un papà esigente: «Avevamo l’obbligo di leggere i classici della letteratura, a letto, da bambini, al posto delle fiabe d’ordinanza. E quando organizzavamo siparietti in famiglia con pubblico pagante, capitò una sera che la nostra esibizione non piacesse. Papà la prese male. Rivolle indietro le cento lire del biglietto. E ci mandò a dormire senza cena». Con gli anni però anche Gianni si è ammorbidito. Racconta la figlia Marianna: «Di recente, abbiamo avuto una telefonata che m’ha commosso.Parlavo di amenità, e all’improvviso papà m’ha interrotto: “Ti voglio bene Marianna, avevo bisogno di dirtelo”. Questa frase vale più di trent’anni di analisi».
IN CERCA DI APPROVAZIONE – E il fratello Marco ricorda: «Mi sono preso le mie soddisfazioni. Non ho inseguito l’approvazione di papà. Ma ho provato una gioia vertiginosa, quando ha urlato “bravo Marco”, durante uno show su Rino Gaetano».