Quello che le donne non dicono è uno dei brani più famosi della musica italiana contemporanea, assurto a inno della femminilità da donne di ogni generazione. A intonarlo è, da sempre, la graffiante voce di Fiorella Mannoia. Le profonde parole portano invece la firma di Enrico Ruggeri. E adesso sembra che l’autore non sia contento delle modifiche in chiave femminista apportate dall’interprete.
Fiorella Mannoia cambia Quello che le donne non dicono
È difficile spiegare
Certe giornate amare
Lascia stare
Tanto ci potrai trovare qui
Con le nostre notti bianche
Ma non saremo stanche
Neanche quando
Ti diremo ancora un altro sì
Nonostante tutto, anche nelle giornate troppo amare da spiegare, troppo difficili per essere capite, le donne dicono sì. È questo ciò che l’uomo Enrico Ruggeri ha pensato fosse la verità, questo ciò che accomuna ogni donna. Ma è davvero così? Siamo ancora disposte a dire di sì, sempre e comunque, nonostante tutto? Fiorella Mannoia ci sta ripensando, e chi può darle torto.
Quello che le donne non dicono è uno dei brani che Mannoia canta più spesso, ai suoi concerti o ospite di show e serate musicali. Ultimamente, però, l’ultimo verso suona in moda diverso: “Ti diremo ancora un altro… forse” o, ancor più decisa, “Ti diremo ancora un altro…no”.
“Non è detto che sia sì. Potrebbe essere no, o forse” ha più volte spiegato la cantante impegnata nella lotta contro la violenza di genere assieme alla fondazione Una Nessuna Centomila. “E quando una donna dice no, è no. Sempre. In qualunque situazione si trovi”. È un messaggio importante e, ancor di più, è un messaggio necessario. E qual è il compito dell’arte se non anche quello di trasmettere messaggi che contano, diffondere valori, farci riflettere?
Le accuse di Enrico Ruggeri
Il piccolo ma sostanziale cambiamento effettuato da Fiorella Mannoia è stato interpretato in tutt’altro modo da Enrico Ruggeri, che di Quello che le donne non dicono è autore. Forse per orgoglio, forse per ego, forse davvero perché incapace di cogliere il messaggio di cui sopra, Enrico Ruggeri ha definito la modifica della cantante come “un errore”.
Intervistato dal Corriere della Sera ha motivato: “Questa è una canzone sulle speranze disattese. Le donne parlano ai loro uomini: non sei più come all’inizio del nostro amore, torna a essere com’eri e ti diremo ancora un altro sì”. Aggiunge che “l’incertezza è già nel testo” e che, dunque, non vi era alcun bisogno di sottolinearla. Quel che Ruggeri si perde è che la più amata tra le sue canzoni non è considerata una canzone d’amore ferito, quanto un manifesto di quel che vuol dire essere donna.
“Mi sembra una forzatura dettata dalla cultura woke” aggiunge commentando le parole di Fiorella Mannoia. E seppur chi scrive sia grande fan del Ruggeri di Contessa, stavolta non si può che dissentire con il talentuoso musicista. Ben venga la cultura woke quando ci getta in faccia la dura verità: ovvero che quel che abbiamo sempre ritenuto universale, quasi inevitabile, può e deve essere cambiato. A cominciare dalle canzoni.