Alice ed Ellen Kessler sono volate via il 17 novembre, “ci rivediamo al settimo cielo” hanno scritto all’amica Carolin Reiber, che ha ricevuto una lettera “da aprire solo il 18, con un meraviglioso gioiello di giada”, come rivelato l’Abendzeitung. E il loro gesto ha subito riaperto il dibattito sul suicidio assistito. In Italia, che non ha una legge che lo consenta, ma anche in Germania, dove si avanzano adesso delle riserve sul sistema che lo ha reso possibile alle due star televisive.

A partire dalla clamorosa pronuncia della Corte costituzionale del febbraio 2020, che aprì questa strada a chi la intraprenda consapevolmente, c’è un vuoto normativo, secondo la Sueddeutsche Zeitung. Due disegni di legge del 2023, che prevedevano infatti l’istituzione di una consulenza neutrale, non influenzata dagli interessi economici delle organizzazioni che attualmente se ne occupano nella Repubblica federale, non passarono. Di qui la necessità, secondo il giornale, di correre ai ripari. Anche perché i casi aumentano: se la stima è di 1200 suicidi assistiti all’anno, l’associazione a cui si sono rivolte le Kessler, la DGHS, ne ha registrati 229 nel 2022, 418 nel 2023, e 623 nel 2024. In deciso aumento. La Bild ha poi pubblicato un editoriale, firmato da un giornalista cattolico, che si schiera in modo molto netto: la scelta delle Kessler “non è un modello per me”. “Hanno scelto questa strada e non sta a me giudicare una decisione individuale così difficile – continua Kai Weise -. Ma una morte così non mi impone rispetto. Una morte del genere per me non è un esempio. Lo scrivo perché io credo nel valore della vita e nel valore delle persone, che queste siano malate o altro, al di là di quanto guadagnano. Perché la vita non dovrebbe avere più valore quando la carriera è finita? O quando un persona va in pensione o ha bisogno di aiuto e cura?” “Iniziamo a organizzare sempre meglio il nostro suicidio per garantirlo dal punto di vista giuridico. Penso che questo sia sbagliato”, la conclusione.

Molto amate anche in Germania, dove il clamore mediatico è comunque inferiore e le tv italiane davanti al portone di casa fanno notizia sui giornali locali, le due ballerine dalle gambe lunghissime restano alla ribalta anche per l’eredità. Ed è ancora il tabloid di Axel Springer a scrivere che il testamento “fu cambiato” dalle due sorelle che non si separavano mai. In un primo momento volevano lasciar tutto a Medici senza frontiere, ma poi si decisero a distribuire a più associazioni quello che avevano guadagnato con le fortunatissime professioni: nell’elenco ci sono l’Unicef, un’organizzazione per persone con disabilità, il Paul Klingen Kuenstleroscialwerk per il sostegno agli artisti in emergenza, la Fondazione tedesca per la protezione dei pazienti. “Vogliamo distribuire la nostra eredità in modo equo, non vogliamo mettere tutto in unico calderone”, avevano detto alla Bild nel 2024. “Non è poco, abbiamo guadagnato molto bene. Non abbiamo mai avuto le mani bucate e abbiamo risparmiato perbene”. C’è anche la villa a Grunewald, in 900 metri quadrati di giardino con piscina, nel quartiere dei superricchi di Monaco di Baviera. Anche i ricavi della vendita andranno agli eredi.

 

 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA