L’Ucraina somiglia sempre di più ai Paesi occidentali e sempre meno agli ex sovietici, anche dal punto di vista militare. Con l’avvio dell’invasione russa, Kiev ha iniziato a rinnovare la sua aviazione ispirandosi sempre più ai suoi alleati Nato e abbandonando definitivamente la vecchia produzione russa, così obsoleta che è diventato impossibile anche solo trovare i pezzi di ricambio. Un’aviazione che in Russia, invece, è ancora centrale.
Sempre più F-16, sempre meno Mig-29
A incidere sul rinnovo dei velivoli militari ucraini sono stati, senz’ombra di dubbio, gli aiuti materialmente giunti da Paesi Nato. Se prima l’aviazione era composta soprattutto da Mig-29, Su-27, Su-24 e Su-25, ora i numeri sono incredibilmente ridotti e i jet sovietici sono stati sostituiti da prodotti di fabbrica occidentale, come gli F-16 i Paesi Nato hanno iniziato a inviare dall’estate 2024. Le proporzioni parlano da sole: a fronte dei 95 F-16 in arrivo, sono rimasti meno di 50 Mig-29. E ora con gli accordi che Zelensky sta prendendo durante il suo ‘tour’ europeo per la richiesta di nuovi aiuti questo numero non potrà che aumentare.
Perchè l’Ucraina ha abbandonato i jet sovietici
Il grande cambiamento, però, è arrivato nell’ultimo anno di guerra, quando sostituire i jet danneggiati era diventato ormai insostenibile e i pezzi di ricambio impossibili da trovare: all’inizio dell’invasione c’era ancora qualche materiale di riserva in Polonia o Slovacchia, anch’essi Paesi ex-sovietici in cui i Mig-29, ad esempio, rimpinguavano le basi dell’aeronautica. Ma poi anche quelle scorte sono finite. Inoltre i jet di origine russa non erano equipaggiati per i missili statunitensi, come invece era necessario che fosse per poter sfruttare a pieno gli aiuti occidentali. Non c’era alternativa: l’aviazione ucraina, per emanciparsi davvero da Putin, doveva adeguarsi agli standard occidentali e riconvertire tutto ciò che aveva. Un evento che in sè ha anche un significato simbolico: descrive a pieno l’avvicinarsi dell’Ucraina al modello occidentale, in ogni ambito.
Il tour di Zelensky per l’Europa: il modello Nato
L’aviazione ucraina è destinata ad avvicinarsi ancora di più al modello Nato, anche dal punto di vista militare. Il 25 ottobre ha firmato un accordo con la Svezia, che fornirà fino a 150 caccia multiruolo Gripen a partire dai prossimi mesi. Ieri l’accordo storico con Francia: Macron acquisterà fino a 100 caccia Rafale per l’Ucraina nei prossimi dieci anni, che sostituiranno i Mirage 2000 che Parigi aveva già inviato. Accordo che ha particolarmente infastidito il Cremlino che ha commentato, attraverso il portavoce Dmitri Peskov: «Purtroppo, Parigi non sta in alcun modo contribuendo alla causa della pace, attualmente è impegnata a fomentare sentimenti militaristici e pro-guerra».
E infine, oggi, l’annuncio del presidente del governo spagnolo, Pedro Sanchéz: «Ho condiviso con il presidente Zelenzky che la Spagna mobiliterà durante il prossimo mese un pacchetto di aiuti militari all’Ucraina per un importo di 615 milioni di euro. Includerà l’invio di nuovo equipaggiamento difensivo, per un valore di circa 300 milioni di euro e come parte del nostro accordo bilaterale, che prevede un miliardo di euro impegnato anche quest’anno in materia di sicurezza». Non si sanno ancora le specifiche dell’accordo, ma è inevitabile che l’equipaggiamento difensivo che la Spagna invierà sarà simile a quello che ha già in dotazione Madrid, ossia pienamente modello Nato.
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