I giubbotti antiproiettile destinati ai soldati che al fronte combattono contro la Russia era “spazzatura cinese” che “si bucava facilmente” ed “era cucita in modo approssimativo“. Parola di Tetyana Nikolaienko, giornalista di Censor.net e membro del Consiglio pubblico anticorruzione del ministero della Difesa ucraino, organo dello stesso dicastero creato nel 2023 per monitorare la regolarità degli appalti nelle forniture militari. I “giubbotti” di cui parla sono quelli che non avevano superato i controlli di qualità ma stavano a cuore a Timur Mindich: secondo i magistrati che conducono l’inchiesta “Midas”, per sbloccare il loro acquisto il faccendiere aveva esercitato la sua influenza sull’ex ministro Rustem Umerov.
Il bando pubblicato a febbraio 2025 aveva un valore di “224.990.000,00 grivne”, circa 4,6 milioni di euro, si legge sul sistema elettronico nazionale per gli affidamenti pubblici. La gara era stata vinta da Milikon Ua, distributore dell’azienda israeliana Masada Armor Soy, alla sua prima partecipazione a una gara pubblica. Al termine dell’iter l’Operatore statale della logistica, l’ente statale responsabile delle forniture delle forze armate che aveva bandito l’appalto, non aveva accettato il prodotto a causa della sua scarsa qualità e il 29 agosto 2025 aveva informato l’azienda che il contratto era stato annullato.
Il 10 novembre è scoppiato il cosiddetto “Mindichgate”, basato sull’inchiesta “Midas” condotta dall’Ufficio nazionale anticorruzione. Secondo gli inquirenti l’ex socio in affari di Volodymyr Zelensky, accusato di aver incassato mazzette per 100 milioni di dollari nel settore energetico, avrebbe influenzato l’ex ministro della Difesa Umerov, oggi a capo del Consiglio Nazionale di Sicurezza, affinché sbloccasse l’acquisto dei giubbotti di Milikon Ua. “Per un anno ho lottato contro il contratto sui giubbotti antiproiettile della società Milikon, perché era chiaramente uno schema corruttivo, fino a scoprire finalmente che dietro c’era Mindich”, ha commentato Nikolaienko, che della questione si era occupata in quanto membro del Consiglio anticorruzione del ministero.
“La società ha fallito le prime consegne – ha affermato in un post su Facebook -: in Ucraina non sono arrivati giubbotti israeliani, ma prodotti cinesi scadenti, che si bucavano facilmente ed erano mal cuciti. Ogni volta che partecipavo a una riunione con l’Operatore statale della logistica mi infuriavo e domandavo: quando pensate di annullare questo contratto? L’Operatore rimaneva impassibile, ha resistito fino all’ultimo senza cancellarlo. Ora è chiaro perché: persino un ex ministro della Difesa non osava andare contro Mindich”.
“Il contratto è stato annullato e poi risolto perché i rappresentanti del Ministero della Difesa si sono rifiutati di accettare i giubbotti a causa della scarsa qualità – ha affermato ieri su Telegram Yuriy Gudymenko, capo del Consiglio pubblico anticorruzione -. Ufficiosamente, i rappresentanti del ministero affermano che gli esemplari di giubbotti mostrati loro inizialmente e che avevano ottenuto la certificazione erano di qualità normale”. Ora, ha aggiunto Gudymenko, “serve un’indagine separata e più approfondita per fare luce sulla condotta di alcuni rappresentanti dell’Operatore e del ministero della Difesa, che potrebbero aver aiutato Mindich nei suoi tentativi di appropriarsi dei contratti e di fornire ai soldati delle Forze Armate ucraine giubbotti antiproiettile di scarsa qualità”.