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«Le riserve auree gestite e detenute dalla Banca d’Italia appartengono allo Stato, in nome del popolo italiano». L’emendamento è firmato dal capogruppo di Fdi al Senato Lucio Malan e il relatore meloniano della manovra Guido Liris ci aveva scommesso: sarà “presumibilmente segnalato” da Fratelli d’Italia. Ed infatti è tra i circa 400 emendamenti candidati a entrare davvero nel testo della legge di bilancio.
L’ordine del giorno del 2014
Si tratta di una proposta che sicuramente piace alla premier Giorgia Meloni. Nel gennaio 2014 l’ex esponente di opposizione chiese al governo Letta di votare un ordine del giorno proprio sulle riserve di Italia in cui si chiedeva di chiarire che queste riserve «rimangono di proprietà del popolo italiano».
Quanto vale l’oro di Bankitalia
Ma quanto vale l’oro sotto il controllo di via Nazionale? Il valore aggiornato delle riserve auree viene pubblicato annualmente nel bilancio dell’Istituto. «Alla fine del 2024 – si legge nell’ultimo bilancio di esercizio di Palazzo Koch – il valore dell’oro era pari a 197.945 milioni di euro. L’incremento di 50.706 milioni sull’anno precedente è dovuto alla maggiore quotazione del metallo, aumentata del 34,4 per cento rispetto alla fine del 2023. La consistenza è rimasta invariata a 79 milioni di once, corrispondenti a 2.452 tonnellate».
La competenza della Bce
Ma le riserve auree, pur gestite dalla Banca d’Italia, sono tema di competenza della Bce. La prerogativa di Francoforte deriva dal Trattato dell’Unione europea. Per la Bce, il governo italiano non può intervenire su una ricchezza che afferisce all’insieme delle banche centrali nazionali.
