Il montenegrino ha segnato su punizione in nazionale ed è stato schierato da Vucinic come centrocampista di impostazione. Ripercorrerà le orme del croato all’Inter?


Fabio Russo

Giornalista

20 novembre – 08:32 – MILANO

Il suo è stato l’unico sorriso, al momento, in questa pausa per le nazionali. Certo, l’impegno con il suo Montenegro a Gibilterra l’ha favorito, ma il gol ritrovato a distanza di due mesi dall’ultimo (punizione tagliata da sinistra dopo la botta da 30 metri con cui aveva deciso il big match contro Inter) è un segnale utile anche per Luciano Spalletti. Vasilije Adzic tornerà a Torino con un carico di sicurezza in più (“per me questa rete significa molto per la fiducia in me stesso”, ha confessato in patria) e si candida ad essere una delle carte con cui il tecnico toscano potrebbe cambiare volto alla sua Juve.

le parole di spalletti su adzic—  

Spalletti, d’altronde, nelle sue prime tre uscite sulla panchina bianconera ha sempre puntato sul montenegrino, schierato sempre dalla panchina (seppur con un impiego totale di appena 22′) nonostante finali caldi e gare in bilico. “È potente e ha un piede fantastico: non è svelto di gambe ma lo è di testa, ha una pulizia precisa per ciò che necessita il nostro calcio”, ha detto il tecnico juventino al termine della gara di Champions contro lo Sporting Lisbona, dopo che, a Cremona, causa un solo allenamento guidato, aveva dovuto chiedere consiglio a Perin: “Adzic è uno che ci sta bene in questa partita qua?”, aveva domandato Spalletti al numero uno bianconero. “Fisicamente è una bestia, è forte”, la risposta che l’aveva convinto a inserirlo al posto di Thuram.

la stagione di adzic alla juve—  

Parafrasando le parole dell’allenatore di Certaldo, allora, dove “potrebbe starci bene” il montenegrino “in questa Juve qua”? Nato come fantasista nel Buducnost, in quella posizione è stato schierato anche da Motta prima e Tudor, finendo però ai margini nelle ultime gare col croato in panchina come conseguenza dell’errore in impostazione che aveva avviato l’azione del gol del momentaneo vantaggio dell’Atalanta a Torino. In quella zona di campo, Adzic sembra pagare una certa lentezza nei movimenti, quindi sembrerebbe più adatto ad arretrare il raggio d’azione come fatto da Brambilla nella Next Gen la scorsa stagione (mezzala sinistra nel 3-5-2) o da Vucinic nella nazionale montenegrina (centrale di centrocampo nel 4-4-2). E qui, viene in mente una particolare similitudine col passato spallettiano.

juve, sarà adzic il nuovo regista?—  

Nel marzo 2018, nella sua prima stagione all’Inter, dopo averlo schierato da trequartista per gran parte dell’annata, Spalletti ebbe l’intuizione di arretrare Brozovic tra i due centrocampisti del 4-2-3-1, creando un triangolo virtuoso con Gagliardini a lato e Rafinha più avanzato. “Ho sbagliato, ci ho messo troppo a provarlo in quella posizione davanti alla difesa – racconterà poi -. La sua qualità è di interpretare la partita come vuole, mettendolo nel recinto temevo di limitarlo invece si è dato un ordine, trasmette personalità e pulizia alla manovra”. Già, pulizia, proprio quella caratteristica che l’allenatore della Juve riconosce ad Adzic e che sta ricercando con ossessione dagli interpreti del suo centrocampo. Ovvio, Brozovic aveva già 26 anni e centinaia di partite alle spalle, mentre il montenegrino ne ha 19 ed è appena alla seconda stagione in Italia. Ma chissà che non possa essere questa la prossima spallettata…