Sono stati fissati per venerdì 21 novembre gli interrogatori di garanzia, davanti al gip del Tribunale per i minorenni di Milano, dei tre 17enni già arrestati nelle scorse ore per la rapina ed il tentato omicidio dello studente bocconiano di 22 anni, aggredito lo scorso 12 ottobre nei pressi di corso Como. A breve distanza di tempo, poi, verranno ascoltati dalla gip Chiara Valori anche i due 18enni finiti a San Vittore con le medesime accuse. I tre minori, attualmente detenuti nel carcere minorile Beccaria, secondo quanto emerso, avrebbero sferrato in maniera “ripetuta” calci e pugni allo studente aggredito, dopo avergli sottratto una banconota da 50 euro. E, inoltre, avrebbero continuato a colpirlo anche quando ormai si trovava “inerme e steso al suolo”. Rispondono di concorso morale in tentato omicidio a causa delle due coltellate, inferte da uno dei due maggiorenni, che hanno causato lesioni permanenti allo studente.
Le parole del padre dello studente aggredito
“Mio figlio è vivo per miracolo, è arrivato in ospedale con un litro di sangue. È vivo perché era a 500 metri, se no sarebbe morto”. Queste le parole del padre dello studente di 22 anni aggredito e accoltellato lo scorso 12 ottobre a Milano, intervistato nel corso del programma “Dentro la notizia”, in onda su Canale 5. La testimonianza dell’uomo è stata ripresa anche dal quotidiano “Il Corriere della Sera“. “Penso che sia noto a tutti che ormai a Milano non si può più camminare. Io stesso sono stato inseguito. L’altro mio figlio è stato derubato quindi c’è una situazione allucinante, sembriamo nel Bronx”, ha aggiunto ancora.
La vicenda
In base a quanto ricostruito dagli inquirenti, gli aggressori ridevano quando dicevano, tra le altre cose, che il ragazzo aggredito sarebbe rimasto “paralizzato” e, come risulta dagli atti e soprattutto dalle intercettazioni, erano anche pronti a “cimentarsi nuovamente”, ha scritto la gip, nello “sfogare” quella loro violenza “gratuita” per portarsi a casa la prossima volta un bottino più ingente di quei 50 euro. Di questi propositi gli aggressori del giovane bocconiano ne parlavano tra loro, coi poliziotti a pochi metri di distanza che li registravano. E’quanto emerso dalle indagini sulla brutale aggressione in strada del 12 ottobre scorso nella zona della movida a Milano, vicino a corso Como. Inchiesta, condotta dalla Polizia e coordinata dal pm Andrea Zanoncelli, che ha portato in carcere tre 17enni e due 18enni, tutti residenti a Monza, un paio con piccoli precedenti penali. Abituati, si legge nelle ordinanze cautelari, a “muoversi” in “branco”, ad essere molto “pericolosi” e “indifferenti” di fronte alla sofferenza causata. Per le imputazioni i due maggiorenni rischiano condanne fino a 20 anni di reclusione. Pene che in abbreviato potrebbero scendere fino a 14 anni o poco meno. Nel procedimento minorile, invece, le pene sono più basse. A tutti e cinque, oltre alla rapina, viene imputato il tentato omicidio. Non solo a chi ha sferrato materialmente quei fendenti, ma anche all’altro 18enne che faceva da “palo” per coprire l’azione, e ai tre 17enni che hanno sferrato calci e pugni. Concorso “morale” anche per loro per aver “rafforzato” il tentativo di uccidere. Il tutto con quattro aggravanti, tra cui la “condizione di sopraffazione”.

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