Il presidente di Rcs durante l’intervento alla 7ª edizione di Sport Industry Talk – L’economia dello sport: “Aiuti dallo Stato, giovani, riduzione dei costi. Dobbiamo intervenire su questi temi. Il Toro? C’è voglia di fare sempre meglio”
Giornalista
20 novembre 2025 (modifica alle 13:48) – MILANO
Sul palco dello Sport Industry Talk organizzato dal Corriere della Sera per Rcs Academy, il presidente Urbano Cairo tratteggia uno quadro dello stato di salute del nostro calcio ampio e completo, tanto da ricevere i complimenti del numero uno della Figc Gabriele Gravina e di quello della Lega Serie A Ezio Simonelli. Gli spunti di riflessione sono tanti, partendo dallo stato dell’arte: “Il calcio italiano oggi soffre ancora dei postumi del Covid che ha avuto un impatto notevolissimo sul settore, il governo non è venuto incontro a un comparto industriale che dà al paese un miliardo di contribuzione fiscale e oltre 100 mila posti di lavoro e questo pesa ancora oggi. che allo Stato dà soldi e occupazione agli italiani. Questa cosa pesa ancora”.
Troppi club professionistici—
Ma i temi sono tanti e il presidente del Torino li sviscera uno per uno. Dopo l’eco negativo della pandemia, ecco le squadre professionistiche. “Ne abbiamo cento, sono troppe rispetto a tutti gli altri grandi campionati. Non possiamo permettercelo. Si potrebbero incentivare i club ad avere la seconda squadra, visto che in C ci sono squadre che fanno fatica a stare in piedi”.
stadi e pirateria—
“Sono pochi i club che ne hanno uno di proprietà e molti degli altri impianti sono fatiscenti, mentre altrove sono belli e accoglienti, capaci di farti vivere un’esperienza. Il ministro Abodi ci ha parlato del nuovo commissario straordinario che aiuterà. Anche noi come Torino ci stiamo pensando”. E sulla pirateria: “I club perdono quasi 300 milioni l’anno, è un problema che va risolto al più presto”.
costi e sostegni—
Quindi passa a quello che definisce “il tema dei temi: il controllo i costi. In Spagna lo fanno abbastanza bene, da noi 13 club di A su 20 hanno un bilancio negativo. Lo Stato non aiuta il calcio perché è impopolare? Può essere un motivo, ma è un settore che dà moltissimo e al contrario del cinema non riceve aiuti. La Figc può essere portatrice di questo messaggio anche a un governo che ha mostrato sensibilità in altre situazioni, come il Giro d’Italia di cui ha riconosciuto il suo potenziale attrattivo da tutti i punti di vista, ma meno verso questo settore. Alcuni eccessi del calcio vanno limitati, ma va servono aiuti, non a fondo perduto, magari con forme di tax credit anche legate a investimenti su giovani e impianti. E poi bisogna intervenire sulle scommesse in cui l’organizzatore dell’evento sportivo, al contrario di molti altri paesi, non beneficia di nulla su 16 miliardi di entrate del betting”.
nazionale e giovani—
Il presidente interviene anche sulla Nazionale: “Le nostre giovanili sono straordinarie, siamo il Paese con più partecipazione alle fasi finali. Il problema è che i nostri giovani dell’under 21 sono quelli che fanno meno minuti rispetto agli altri quattro grandi campionati europei, mentre la maggioranza dei minuti, 63%, sono giocati da stranieri. Dobbiamo farli giocare, dobbiamo fare operazioni per cui l’investimento aumenti, va fatto se vogliamo ridare slancio al movimento. La circolazione degli stranieri è libera, ma dei paletti si potrebbero mettere. Più che paletti però metterei incentivi alle squadre che investono e fanno giocare i giovani”.
il toro—
Infine sul Torino: “C’è la voglia di fare meglio di quanto fatto finora, io sono ottimista, ci credo, stiamo facendo investimenti importanti anche infrastrutturali. Poi c’è il tema stadio, vedremo con il sindaco se sarà possibile. Io mi auguro lo sia”.
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