Davate quasi per scontato di rivedere su un palco gli Oasis nel 2026? Secondo Liam Gallagher, lui e Noel devono ancora discuterne. Eppure dopo le tante voci che vogliono la band di ritorno in Europa l’anno prossimo (Italia compresa?), era stato proprio il cantante a dare una conferma indiretta e forse prematura.
Durante un concerto a settembre a Wembley Liam Gallagher ha detto al pubblico «ci vediamo l’anno prossimo», quando tra le altre cose cadrà il 30esimo anniversario di Knebworth. Su X a chi gli chiedeva se è triste per la fine imminente del tour, il cantante ha risposto: «In realtà non lo sono, perché so cose che voi non sapete». A chi gli ha chiesto spiegazioni, ha replicato: «Googolate».
Ora Liam Gallagher è tornato sull’argomento rispondendo ad altri tweet. Sa che le cose che ha detto sul 2026 hanno sollevato «un po’ di disapprovazione e qualche perplessità», si presume nel campo degli Oasis, e ha aggiunto: «Mi vedrete l’anno prossimo e quello dopo e così via, ma non sono ancora sicuro se sarà con gli Oasis. Dobbiamo metterci lì e discuterne. Se dipendesse solo da me, sapete bene che saremmo in tour fino al giorno della nostra morte, perché è la cosa più bella del mondo, ma PURTROPPO non è così».
«God knows» ha commentato in un’altra risposta su X a proposito delle date dell’anno prossimo. A un altro utente che gli ha rimproverato di avergli rovinato la giornata dicendo che (forse) non ci saranno concerti degli Oasis nel 2026, Gallagher ha risposto che «non posso far comparire per magia un tour, sarà quel che sarà, e probabilmente sarà per il meglio». Di sicuro per ora l’ultima data prevista del tour della reunion è il 23 novembre allo Stadio Morumbi di San Paolo, in Brasile. La prima data è stata il 4 luglio a Cardiff (a questo link il racconto del nostro inviato speciale Valerio Lundini).
Nel frattempo la polizia ha chiuso la prima parte delle indagini sulla morte di Lee Claydon. Lo scorso 2 agosto il 45enne è caduto da una tribuna di Wembley alla fine di uno dei concerti degli Oasis. Portato nel centro medico dello stadio, è morto a seguito di lesioni multiple.
Alla fine delle indagini iniziate a settembre la polizia ha concluso che si è trattato di «un tragico incidente» avvenuto senza il coinvolgimento di altre persone. «Non si tratta più di un procedimento penale», ha detto il sergente James Raffin. «Da quanto abbiamo potuto constatare, si è trattato di un tragico incidente. Dal punto di vista della polizia, direi che le indagini sono chiuse».
Non vuol dire che le cause della morte di Claydon sono state del tutto chiarite: un’indagine più completa è prevista per il 26 febbraio 2026, data entro la quale sarà disponibile il rapporto di polizia.
La morte di Claydon ha sollevato interrogativi sulla sicurezza di quelle tribune, specialmente quando molte persone hanno tanto alcol in corpo, come è successo regolarmente durante i concerti degli Oasis (anche Claydon aveva bevuto, ma in quantità ritenuta normale).
Parlandone col Guardian, spettatori del concerto del 2 agosto hanno parlato della pavimentazione resa scivolosa dalla birra versata a fiumi, della mancanza di addetti alla sicurezza e del loro lassismo, della troppa gente che si sporgeva dalle balconate, dalla quantità «scioccante» di alcol che girava. Secondo la stima del Times, in ogni concerto del gruppo a Londra sono state consumate 250 mila pinte di birra, per un incasso stimato sui due milioni di sterline.
Ad agosto gli Oasis si sono detti «scioccati e rattristati» dalla morte di Clayton. «Desideriamo porgere le più sincere condoglianze alla famiglia e agli amici».