di
Aldo Tani

Un caso a Siena e due a Livorno: gli ispettori hanno di fatto simulato un furto per vedere se i cassieri se ne accorgevano, quando non lo hanno fatto, li hanno licenziati

I licenziamenti dei lavoratori toscani di Pam, due a Livorno e uno a Siena, restano. Il gruppo della grande distribuzione nell’incontro con i sindacati non ha lasciato spazio ad aperture. Il faccia a faccia era di carattere nazionale, perché sul tavolo ci sono anche una ventina di provvedimenti a Roma. «Loro vogliono andare verso il conflitto – sottolinea Massimiliano Fabozzi della Filcams Cgil – e noi siamo pronti alla mobilitazione».

Strategia legata in primo luogo agli addii forzati di Fabio Giomi, 62enne di Poggibonsi (Siena), e di Davide e Tomaso per quanto riguarda la città labronica. Tutti puniti per aver fallito «il test del carrello». Per il sindacalista però c’è di più: «Quello che è successo è soltanto la punta dell’iceberg. C’è tutta una parte sommersa legata alle condizioni difficili dentro il commercio, tra carichi di lavoro insostenibili e provvedimenti punitivi».



















































Eppure un tentativo di trovare una quadra era stato fatto dalle parti sociali. «Avevamo proposto di ritirare i licenziamenti e di trasformarli in sanzioni – prosegue Fabozzi -. Questo ci dava tempo per trovare una soluzione definitiva». Espediente che non è andato a buon fine, così i sindacati sono pronti ad attivarsi, con scioperi e vertenze.

Per proteggere gli interessi di Giomi è già stata percorsa anche la via legale, con un’istanza presentata al giudice del lavoro. «Se credono che ci fermeremo, si sbagliano – fa notare il delegato della Filcams -. Lo stratagemma utilizzato nei confronti di questi lavoratori è un solo un modo per allontanare chi è vicino alla pensioni o chi è ritenuto poco produttivo».

Secondo il sindacalista la questione ha messo in luce anche un altro problema, se possibile più grave: «Qui si chiede ai lavoratori di fare le ispezioni, ma se una persona arriva a rubare una scatoletta di tonno o un prodotto simile, non è perché vuole danneggiare il supermercato, ma più semplicemente ha fame».

Alla luce di quanto avvenuto nell’incontro a Roma, i dirigenti sindacali presto si riuniranno per decidere come attivarsi. La prospettiva è di procedere con una mobilitazione nazionale, nel tentativo di coinvolgere, oltre la politica (al momento è stata presentata un’interrogazione parlamentare da Avs), anche le associazioni di categoria e Federdistribuzione, finora silenti sull’accaduto.


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20 novembre 2025