di
Michela Nicolussi Moro
Il dottor Francini: «Quando smetti di assumerli, cessa l’effetto e riprendi i chili persi. A meno che non approfitti del periodo di assunzione per cominciare a praticare attività fisica e a mangiare meno e meglio»
Dottor Francesco Francini, lei è medico nutrizionista in Azienda ospedaliera a Padova: come legge il successo mondiale di Ozempic, Wegovy e Mounjaro, farmaci nati per la cura del diabete, efficaci anche contro l’obesità e ora utilizzati da milioni di persone per perdere qualche chilo?
«Sono molecole rivoluzionarie rispetto ai farmaci degli ultimi cento anni pensati per il trattamento degli obesi, alcuni dei quali ritirati dal commercio perché pericolosi, come ormoni e amfetamine. Alcuni aumentavano la mortalità dei pazienti perché facevano salire la pressione e con essa il rischio di ictus e infarto, oppure inducevano la depressione e quindi il pericolo di suicidio».
Questi farmaci non hanno effetti collaterali?
«Sì, ma molto rari. L’evento avverso più frequente è la nausea, che si può combattere partendo dal dosaggio più basso e aumentandolo gradualmente. Ovviamente lo fa il medico».
Ma funzionano davvero?
«Sono farmaci ben tollerati e in 5-8 mesi inducono un calo di peso importante, tra il 10% e il 20% rispetto a quello di partenza».
Quindi il risultato si vede subito e senza troppa fatica.
«Sì, anche perché rispetto alle prime versioni, che imponevano un’autosomministrazione sottocutanea (una puntura nella pancia con una pennetta-siringa, ndr) al giorno, Ozempic, Wegovy e Mounjaro ne prevedono una alla settimana. E soprattutto vengono preferiti alla classica dieta, in genere seguita correttamente solo nei primi mesi. Poi scatta l’adattamento dell’organismo e la perdita di peso si ferma, anche perché la persona non ce la fa più a mangiare meno e meglio».
Come agiscono questi farmaci?
«Ozempic e Wegovy hanno come principio attivo il semaglutide, Mounjaro il tirzepatide. Riducono il senso di fame, perché agiscono sui meccanismi cerebrali che lo regolano, inibendolo. Inoltre fanno sì che lo stomaco si svuoti più lentamente, quindi la sazietà arriva prima e con una minor quantità di cibo».
Ci sarà un risvolto negativo.
«Sì, quando smetti di assumerli, cessa l’effetto e riprendi i chili persi. A meno che il paziente non approfitti del periodo di assunzione per cominciare a praticare attività fisica e a mangiare meno e meglio, eliminando dolci, alcolici, patatine e altri alimenti non necessari ma dannosi in grandi quantità. Allora sarà più facile mantenere il peso raggiunto, e senza sacrifici».
Parliamo di medicinali nati per il trattamento del diabete 2, e in questo caso rimborsati dal Servizio sanitario nazionale, e dell’obesità, e allora vanno pagati pur se resta obbligatoria la ricetta. Cosa succede se ad assumerli sono persone normopeso?
«Male non fanno, tenendo conto però che qualsiasi farmaco può scatenare effetti collaterali. L’altro aspetto da considerare è il prezzo: una confezione, che contiene il trattamento per un mese, a seconda del tipo e del dosaggio può costare tra 250 e 600 euro».
Non è rischioso assumere queste molecole per conto proprio, senza controllo medico?
«Il problema è che la ricetta è ripetibile, quindi con una sola si possono comprare fino a 6 confezioni. In questi sei mesi se una persona è seguita dallo specialista può essere controllata, cambiare dosaggio se quello prescritto non funziona, chiedere spiegazioni per il corretto utilizzo, aiuto in caso di eventi avversi. Al contrario chi lo assume senza un piano terapeutico perché firmata la ricetta il medico dice che lo rivedrà 6-12 mesi dopo o, peggio, perché l’ha acquistato on line, è lasciato a se stesso. Il paziente va preso in carico, non basta prescrivergli il prodotto».
A lei hanno chiesto Ozempic o Mounjaro anche i normopeso?
«Finora no, si rivolgono soprattutto al privato per imboccare questa scorciatoia. Noi seguiamo pazienti obesi».
Se quando smetti di assumerli, cessa l’effetto e la fame torna, si devono prendere a vita?
«Ancora non ci sono esperienze a lungo termine, quindi non sappiamo cosa succeda con un’assunzione prolungata nel tempo. L’Aifa ha autorizzato Ozempic e Wegovy due anni fa, Mounjaro l’anno scorso e gli attuali studi scientifici in materia considerano i 48 mesi il periodo per raggiungere i risultati ottimali sugli obesi».
È vero che possono incidere anche su altre malattie?
«Sì, negli obesi riducono il rischio cardiovascolare, quindi di ictus e infarto, mentre nei pazienti con tumore al colon si sono registrate meno recidive. Sono molecole molto potenti e in evoluzione, nei prossimi anni ne usciranno nuove formulazioni. Rappresentano un’innovazione nella cura dell’obesità e delle patologie collegate».
La grande richiesta ha causato una carenza per i malati che ne hanno davvero bisogno?
«È successo, ma adesso una delle aziende produttrici, la Eli Lilly, ha promesso a Donald Trump di aprire un altro stabilimento in America. Del resto parliamo di milioni di dollari di utili».
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20 novembre 2025
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