Un film intimo, struggente e profondamente umano. Su Prime Video non puoi perderti un biopic sentimentale che è anche una riflessione sull’identità e sulla malattia. Diretto con eleganza da Richard Eyre, ha cast protagonista davvero straordinario: Judi Dench, Kate Winslet, Jim Broadbent e Hugh Bonneville, ti accompagneranno in due fasi diverse della vera vita degli importantissimi scrittori Iris Murdoch e John Bayley, professore di letteratura all’Università di Oxford.
Prodotta da Miramax Films, l’opera è basata sui libri Iris: A Memoir ed Elegy for Iris di John Bayley. Una struttura narrativa che alterna passato e presente, mette in scena il rapporto intenso e complesso tra i due protagonisti: Iris – Un amore vero, non è solo un racconto sui sentimenti, ma anche un’indagine sulla mente, sulla perdita del sé e sulla memoria.
Il film si apre con Murdoch anziana, mentre la sua mente inizia a svanire: la donna, infatti, è stata colpita dalla malattia di Alzheimer. Dal presente, veniamo catapultati nei ricordi che ripercorrono gli anni di gioventù, quando era una studentessa brillante e libertina a Oxford e incontrò il giovane Bayley, spesso impacciato ma affascinato da Iris.
La luminosità del passato è in contrasto con l’ombra del presente. Le sequenze della giovinezza mostrano Iris come una forza della natura: brillante intellettuale, spiritosa, libera nelle proprie scelte, carismatica e complessa. Richard Eyre non la idealizza; ne restituisce le contraddizioni, i desideri, la forza, ma anche la vulnerabilità emotiva.
Nel confronto con la malattia, la pellicola raggiunge il suo punto più alto. Judi Dench – protagonista di titoli indimenticabili come “Vittoria e Abdul” o “Red Joan” – regala una performance magistrale, capace di alternare lucidità improvvisa e smarrimento, dignità e fragilità. Jim Broadbent non è nuovo a vestire i panni del “marito” di donne importanti (come in “The Iron Lady”) ma per il ruolo di John Bailey ha vinto l’Oscar come miglior attore non protagonista. Lo interpreta con una delicatezza straordinaria: goffo, fedele, paziente, infinitamente innamorato.
Nell’anno d’uscita, The Guardian ha catturato l’intimità quotidiana che Eyre ha portato sullo schermo, scrivendo che che i due attori “sono la coppia senza figli dove ognuno si è trasformato nel figlio reciproco dell’altro, tra tazze di tè usate, bottiglie di gin vuote e libri accatastati per le scale”.
Contribuiscono a questo buon risultato anche gli interpreti dei protagonisti da giovani. Kate Winslet, diventata una star internazionale con “Titanic”, ha subito dimostrato di essere capace di interpretare personaggi profondi e complessi, come come dimostrano non solo la vittoria dell’Oscar alla Miglior Attrice in “Revolutionary Road”, ma anche la partecipazione a titoli come “Se mi lasci ti cancello” e “The Reader”.
Hugh Boneville è ormai conosciuto in tutto il mondo per essere tra i protagonisti della fortunatissima serie televisiva “Downtown Abbey”.
Il film, per quanto dolente, evita qualsiasi tentazione melodrammatica. Il regista sceglie un tono sobrio, quasi domestico, e affida il peso dell’emozione a ciò che non viene detto: un gesto mancato, un nome dimenticato, uno sguardo che cerca e non trova più. Ma proprio l’alternanza dei piani temporali è ciò che conferisce a Iris- Un amore vero la sua forma più autentica. Mostrare la giovinezza ricca di vitalità accanto agli anni dello smarrimento rende più evidente ciò che la malattia sottrae, ma anche ciò che l’amore restituisce. L’Alzheimer è rappresentato nella sua devastante banalità, una perdita che non è mai nobile, ma quotidiana, comune e per questo ancora più dolorosa.
Ciò che più che resta del film è la sua verità emotiva. Non un racconto sulla malattia, ma sulla memoria; non sulla perdita, ma sull’amore che resiste alla perdita. È un’opera che invita a riflettere su ciò che resta quando le parole si frantumano e quando l’identità vacilla: la cura, il gesto ripetuto, la presenza.
È ancora oggi, uno dei più intensi biopic degli ultimi decenni: un ritratto commovente di una grande intellettuale e dell’uomo che l’ha amata. Un film che, come il memoir a cui è ispirato, scava negli angoli più delicati dell’animo umano e chiede allo spettatore non solo di guardare, ma di ricordare.