Il suo layout semplice, caratterizzato da lunghi rettilinei e 17 curve, alcune delle quali da affrontare senza nemmeno sollevare il piede dall’acceleratore, potrebbero far pensare che Las Vegas sia uno dei tracciati più facili e meno impegnativi del mondiale. In realtà, pur esistendo circuiti più complessi nel calendario, ciò non significa che quello statunitense non presenti sfide di grande rilievo.
Non è un caso che negli ultimi due anni, da quando la tappa statunitense è entrata in calendario, si siano verificati diversi incidenti: i muretti e le barriere ravvicinate, anima di ogni circuito cittadino, raramente perdonano. Quest’anno, però, potrebbe aggiungersi un’ulteriore incognita destinata a complicare le prove libere più che in passato: la pioggia.
Negli ultimi giorni Las Vegas è stata colpita da forti piogge e le previsioni indicano che anche giovedì il maltempo potrebbe tornare a interessare la città, proprio durante le prove libere. Uno scenario che i piloti non hanno accolto, comprensibilmente, con entusiasmo: aggiungerebbe infatti un ulteriore livello di difficoltà a un circuito che già non perdona.
Le gomme da pioggia della Pirelli
Foto di: Erik Junius
Si temono libere bagnate e pochi giri
Il rischio maggiore riguarda la seconda sessione di prove libere di giovedì sera: il servizio meteorologico ufficiale della FIA (Meteo France) indica un 40% di possibilità di pioggia, con il rischio che sia una sessione con pochi giri. Una percentuale superiore al 20% previsto per la FP1, la FP3 e le qualifiche di venerdì, mentre la gara notturna di sabato dovrebbe con ogni probabilità disputarsi sull’asciutto.
“Sarà davvero difficile se piove. Questo è probabilmente il circuito più scivoloso che affrontiamo, per il livello di grip visto negli ultimi anni. Portare le gomme in temperatura qui è estremamente difficile con queste condizioni fredde. Queste gomme hanno una finestra di utilizzo stretta, e con le intermedie o le full wet la sfida sarebbe ancora più dura”, ha spiegato Lewis Hamilton alla vigilia.
Ci sono diversi fattori che rendono questa pista particolarmente insidiosa sul bagnato, ma il più evidente è l’assenza di margine d’errore tipica di un tracciato cittadino, dove occorre prestare attenzione anche alle linee bianche, notoriamente più scivolose. “Penso che sarà una pista incredibilmente difficile sotto la pioggia, sì, piuttosto dura. Sarà una sfida enorme”, ha dichiarato Lando Norris, ricordando anche che qui nessuno ha mai girato con pista bagnata.
Pioggia di Las Vegas
Foto di: Sam Bagnall / Sutton Images via Getty Images
“Ovviamente non c’è molto margine d’errore, è un circuito cittadino veloce e insidioso. Ci sono le linee bianche, la vernice e tutto il resto, che in macchina si percepiscono come davvero fastidiosi. Sarà una sfida folle se resterà bagnato, soprattutto se non si asciugherà rapidamente per le basse temperature”.
Cosa rende Las Vegas così difficile, anche sull’asciutto
Come ha giustamente sottolineato il britannico della McLaren, le basse temperature sono uno degli elementi che rendono Las Vegas un appuntamento unico nel mondiale. Scorrendo il calendario, infatti, quest’anno nessun altro circuito ha fatto registrare valori così bassi. L’unica tappa con condizioni relativamente fresche, al netto della pioggia, è stata quella di Suzuka, con l’asfalto intorno ai 20°C.
Per questo weekend, anche senza pioggia, le previsioni indicano temperature attorno ai 10°C, qualche grado sotto la media stagionale. Un fattore che potrebbe rendere ancora più difficile l’asciugatura della pista: se dovesse piovere tra la prima e la seconda sessione, l’asfalto rischierebbe di restare bagnato o umido, anche con le vetture impegnate a spostare l’acqua fuori traiettoria.
Foto di: Andy Hone / Motorsport Images
A ciò si sommano altri fattori, legati in parte alle temperature. Anche sull’asciutto, infatti, Las Vegas è tra le piste con meno grip di tutto il mondiale: da un lato le basse temperature rendono complicato generare calore negli pneumatici, dall’altro il layout e l’asfalto contribuiscono a rendere la sfida ancora più insidiosa.
I lunghi rettilinei impongono assetti scarichi e, un po’ come a Monza, portano le monoposto ad affrontare le staccate a oltre 350 km/h con poco carico aerodinamico, freni freddi e gomme fuori temperatura: una sfida tutt’altro che semplice. Questo ha anche un effetto collaterale importante, perché diventa molto difficile scaldare gli pneumatici, soprattutto mancando curve ad alta velocità capaci di trasmettere energia alle gomme.
È vero che le gomme intermedie e quelle da bagnato estremo sono mescole piuttosto morbide, pensate per facilitare la fase di warm-up e aumentare il grip. Tuttavia, le full wet da qualche anno non vengono più preriscaldate prima di uscire dai box e anche le intermedie hanno visto una riduzione della temperatura consentita in termocoperta.
Oscar Piastri, McLaren MCL38
Foto di: Sam Bloxham / Motorsport Images
Questo significa che, con così poche curve ad alta energia, portarle nella finestra di esercizio sarà ancora più complicato. Ne deriva una minore aderenza e, considerando che qui si è costretti a girare con assetti scarichi, è facile capire perché la sfida diventi così complessa e l’errore sempre dietro l’angolo.
Il problema della visibilità
C’è però un altro aspetto che i piloti hanno voluto sottolineare: la visibilità. A Las Vegas si corre in notturna per esaltare il panorama e i grandi edifici lungo la Strip, con la pista illuminata artificialmente. Non sarebbe la prima volta che la F1 affronta il bagnato sotto le luci, come accadde a Singapore qualche anno fa, ma a Las Vegas entra in gioco un fattore diverso rispetto agli altri Gran Premi.
“Non sarebbe divertente [girare con il bagnato]. È una pista veloce, la visibilità sarà una sfida sotto le luci artificiali. E già con gomme da asciutto il livello di grip è molto basso. Le temperature sono basse. Potrebbe essere divertente da guardare, ma non da guidare”, ha spiegato Fernando Alonso.
Secondo Carlos Sainz il problema della visibilità non è da sottolineare, perché a suo avviso alcune zone della pista non sono illuminate nella maniera adeguata: “Per qualche ragione, tutti i piloti percepiscono che ci sono parti del circuito più scure rispetto a Singapore e alle altre gare notturne. Non capiamo bene il motivo, visto che l’illuminazione dovrebbe essere uniforme. Con la pioggia potrebbe essere complicato”.
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