Lorenzo Jovanotti ha pubblicato oggi Niuiorcherubini, il disco che ha registrato a Brooklyn e nato da jam in studio. «New York è un punto di partenza di questo viaggio», ha detto il cantante nel presentarlo. «Due settimane fa ero lì, sovrastato dalle notizie di guerra. Il feed del mio cellulare era un cimitero. Fin da bambino, di fronte ai conflitti, scappavo. Anche questa volta ho cercato le cose che amo. Ho preso uno studio, scritto su Instagram agli artisti che mi piacciono per fare una jam. Al terzo giorno ho capito che era un disco, non appunti. Scrivevo con felicità. È totalmente analogico, su 16 piste, senza correzioni. Per me è il mio migliore disco. Musica fuori dal tempo, fuori dalle tendenze».
Ieri su Instagram ha aggiunto che «mi piaceva l’idea di tuffarmi nella musica senza aspettative, suonando in mezzo al traffico con l’orecchio al suono e l’occhio ai miei appunti di rime e parole. Non era previsto nessun album, è successo e sono felice che sia qui. È una cosa che facevo spesso negli anni ’90, da una jam in una sala prove di Milano sono nate Penso positivo, L’ombelico, Dammi spazio, Non m’annoio, Io no, Raggio di sole, Chissà se stai dormendo e altra roba che poi finiva negli album».
«Questo LP non avrà singoli in particolare perché è proprio un album, con un sound omogeneo e una canzone che tira l’altra, senza pensare troppo al formato “radiofonico” delle canzoni. sono venute fuori cosi e non mi andava di cambiarle per obbedire alle regole delle playlist dei programmatori e dei produttori. Chi lo ha ascoltato in queste settimane mi ha detto che si sente soprattutto la gioia intatta e selvatica, si avverte qualcosa di fuori controllo, di vivo, di nuovo, una imperfezione liberatoria. Sono felice se arriva cosi, perché è cosi che è».
Tra i primi colleghi ad ascoltarlo c’è l’amico Cesare Cremonini, che ha pubblicato su Instagram le sue prime impressioni: «Seguo Lorenzo e i suoi tantissimi alti e pochissimi bassi (la mia carriera è stata l’esatto contrario) prima come fan dagli 8 ai 18 anni, poi come fan e pure come collega da lì in poi, anche se Lorenzo è sempre stato un apri pista oltre che un riempi pista per tutta la musica italiana per moltissimi anni, solo che se lo guardi in faccia gli anni non li vedi quindi con lui è sempre un casino questa roba del tempo».
Continua Cremonini: «Mentre io partivo di testa per il sax e glielo raccontavo lui mi diceva che era a New York a fare un disco senza schemi. Stamattina l’ho ascoltato e mi ha fatto felice sentirlo e non capirci ancora nulla se non il fatto che è musica di un uomo del mondo. Non me ne importa niente dell’orecchiabilità e di quelli che ti dicono io sono l’ascoltatore medio o quello esperto o peggio ancora questione di gusti: la musica non è una gelateria è un linguaggio. C’è bisogno di libertà e se qualcuno non ti fa mai incazzare o non ti fa ridere di lui, in fondo, vuole dire che così libero non è».
«La libertà è sempre bella commovente piena di errori e sempre giusta ridicola e disturbante insieme. Bravo Lorenzo, bravi. In bocca al lupo per i nuovi viaggi».