LECCE – Si celebra oggi la Giornata mondiale sul tumore al pancreas, con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni, aumentando la consapevolezza sulla neoplasia, migliorare la diagnosi precoce e i trattamenti. Anche la Asl di Lecce, su iniziativa del direttore del Dipartimento di Chirurgia, Marcello Spampinato, ha promosso la speciale illuminazione del Dea del “Vito Fazzi” di Lecce, condividendo assieme al Comune che illuminerà di viola Il Sedile, la campagna di sensibilizzazione “Facciamo luce sul tumore al pancreas”.

Proprio nel capoluogo salentino, grazie all’utilizzo del robot Da Vinci, più evoluto sistema di robotica dedicato alla chirurgia mini invasiva, sono stati eseguiti 66 interventi nel 2024 e 72 nel 2025 per tumori al pancreas. Sono stati inoltre 37 gli interventi col metodo tradizionale del 2024 e 31 nel 2025, riservati ai casi più avanzati. “Il cancro del pancreas è un nemico insidioso e la sua incidenza è in costante aumento. La diagnosi è effettuata molto spesso in una fase già avanzata della malattia e questa caratteristica, unita a una limitata efficacia delle terapie disponibili, rende conto dei modesti miglioramenti ottenuti nella prognosi”, spiega Spampinato.

“La Asl Lecce è promotrice di importanti collaborazioni con istituti di ricerca come il Centro di nanotecnologie di UniSalento e ha autorizzato la partecipazione a studi prospettici di sorveglianza dei soggetti a rischio genetico del cancro del pancreas. Ha reso possibile la creazione di un percorso di presa in carico dei pazienti affetti da questa patologia, dalla prevenzione alla cura, istituendo il gruppo di studio ‘Pancreas unit’, unità organizzativa multidisciplinare composta da specialisti dedicati alla patologia oncologica del pancreas che lavorano sinergicamente per garantire un’elevata qualità della gestione delle cure del paziente. Il percorso è indispensabile per affrontare con maggior fiducia la malattia, con la consapevolezza di avere a disposizione le migliori cure possibili in linea con i migliori standard chirurgici mondiali e al pari di tutti i centri di riferimento italiani” conclude il primario.

 

 

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