di
Valentina Baldisserri
Sospesa la potestà genitoriale, nominato un’avvocata che farà da tutrice per i piccoli. Ma i social si ribellano alla decisione
«Sì purtroppo è successo ed è stato terribile. Ci han tolto i nostri bambini». Nathan Trevallion ha trascorso la prima notte da solo nel casolare di Palmoli. La famiglia del bosco, come ormai tutti la conoscono, è stata smembrata. I giudici del tribunale dei minorenni dell’Aquila hanno preso la decisione che si temeva: l’allontanamento dei tre figli (di 8 e 6 anni) dai genitori che ai quali è stata sospesa la potestà genitoriale. I piccoli sono stati collocati in una casa famiglia a pochi chilometri da Palmoli e c’è un tutore che si occuperà di loro.
Nei minuti concitati dal momento in cui servizi sociali e carabinieri (ben cinque pattuglie) sono piombati a Palmoli, erano tutti in fibrillazione per quel che stava avvenendo. Ed è stato solo grazie all’opera di persuasione dell’avvocato Giovanni Angelucci che mamma Catherine ha potuto accompagnare i suoi piccoli nella struttura protetta e passare la notte con loro, almeno la prima notte. «Altrimenti lo choc sarebbe stato davvero insopportabile» – dice il legale.
Papà Nathan rimasto solo
Nella casa del bosco ora c’è solo lui, l’ex chef che ha scelto la vita a contatto con la natura allo stress del lavoro in città. Nathan ha poco da dire, forse neppure si rende ben conto di cosa è accaduto e delle conseguenze che il decreto del Tribunale avrà sulle loro vita. Nathan al telefono spiega che: «Catherine ieri è andata con i bambini ma non ha dormito nella stanza con loro come succedeva sempre. Purtroppo è così. Stamattina porterò loro vestiti, giochi e quello di cui hanno bisogno.»
Con il decreto è stata anche sospesa dicevamo la potestà genitoriale e nominato un tutore, che sarà l’avvocato Palladino di Vasto.La vicenda ha attirato l’attenzione dei media nazionali (e non solo) e dei social, dopo essere stata rilanciata nei giorni scorsi dal Corriere.
Oltre 13mila persone hanno firmato una petizione online a sostegno della famiglia anglo-australiana, arrivata nel piccolo paese di circa 800 abitanti in provincia di Chieti. La scelta dei genitori di vivere lontano dai centri urbani, senza collegamenti a elettricità, acqua e gas, ha scatenato un acceso dibattito tra chi sostiene lo stile di vita alternativo e chi lo critica.
I genitori hanno sempre difeso la decisione di crescere i figli – una bambina di otto anni e due gemelli di sei – immersi nella natura, optando per l’istruzione domestica con l’aiuto di un’insegnante privata molisana.
La vicenda è finita all’attenzione della Procura minorile dell’Aquila lo scorso anno, dopo un ricovero ospedaliero dei bambini a seguito di un’intossicazione da funghi.
Un controllo dei carabinieri nella casa aveva portato a una segnalazione che aveva comportato la sospensione della potestà genitoriale, senza però interrompere l’affidamento dei minori alla famiglia. Con il nuovo provvedimento, i bambini dovranno stare nella comunità indicata dal tribunale, mentre la madre resterà al loro fianco. I genitori ribadiscono che la loro scelta non nasce da negligenza, ma dal desiderio di vivere a contatto con la natura, tutelando il legame con i figli e con gli animali.
20 novembre 2025 ( modifica il 21 novembre 2025 | 09:27)
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