di
Marta Serafini
Il centro di comando di Kiryat Gat opera sotto la guida Usa tra mappe, cartelloni e gruppi di lavoro. E c’è anche l’Italia
DALLA NOSTRA INVIATA
KYRIAT GAT – Ventuno Paesi con rappresentanza militare e 40 con le organizzazioni internazionali, per un totale di circa 600 persone. Tra loro anche gli italiani, 5 militari e 2 civili. Entrare al Cmcc, il centro di coordinamento per il piano di pace a Gaza a guida statunitense, significa varcare la soglia di un ex magazzino commerciale a Kyriat Gat, cittadone industriale a 21 chilometri a nord-est di Gaza.
Il sapore, quello di un caotico hub per start up, la memoria i comandi integrati in Afghanistan e la realtà di una distopia che vede la guerra per il controllo della Striscia combattuta lontano dal campo mentre i civili restano sul terreno a pagarne le conseguenze.
Militari, ingegneri contractor ma anche diplomatici, agenti dell’intelligence. Il Cmcc occupa i primi tre piani di un edificio alla periferia di Kyriat Gat. Il primo è riservato a Israele e il terzo agli Stati Uniti. Al piano intermedio, quello mostrato alla stampa, su un prato verde di erba sintetica diversi gruppi di lavoro dei diversi Paesi tengono riunioni. Un tabellone scritto a pennarello recita «cosa possiamo fare». Gli schermi con mappe, video e grafici sugli aiuti umanitari e sugli attacchi vengono ignorati un po’ da tutti. Il territorio di Hamas è contrassegnato in rosso, il colore militare universale del nemico. Il verde dietro la yellow line, indica la zona sicura.
Più a sinistra, una grande mappa di Gaza stesa per terra viene usata per simulazioni e war games come in un enorme Risiko. All’improvviso, un applauso si alza dalla zona riservata a soldati dell’Idf che le regole di ingaggio vietano di mostrare in volto.
Il Cmcc è stato istituito il 17 ottobre come «principale centro di coordinamento» per «sostenere gli sforzi di stabilizzazione» a Gaza, in seguito alla dichiarazione firmata a Sharm el Sheikh da Trump e dalle controparti turca, qatariota ed egiziana. Da allora da Kyriat Gat sono passati in visita vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance con l’inviato speciale degli Stati Uniti in Medio Oriente Steve Witkoff e il genero consigliere Jared Kushner.
La missione ufficiale è contribuire al monitoraggio del fragile cessate il fuoco tra Israele e Hamas a Gaza. Ma anche elaborare piani ambiziosi per il futuro postbellico dell’enclave, in linea con la proposta di pace in 20 punti del presidente Trump che campeggiano stampati su enormi cartelloni nemmeno fossero le tavole di Mosè. Per il momento la priorità – spiegano fonti del Cmcc – è favorire l’ingresso degli aiuti. Un compito reso possibile ancora in collaborazione con il Cogat israeliano ma sempre di più sotto controllo del Cmcc che – confermano sempre le fonti – è riuscito a riportare i numeri dei tir a 4000 alla settimana. Poi la creazione delle «alternative safe communities», ossia comunità abitative sicure nella green zone, previa la rimozione dei detriti e di bonifica anche di ordini inesplosi. Ma anche il «waste management», ossia la gestione dei rifiuti e ancora prima dell’acqua.
Molti degli ufficiali del Cmcc sono nell’esercito da due decenni e hanno fatto sia Iraq e Afghanistan. Nonostante ciò, analisti e osservatori avvertono del pericolo che poco sia stato imparato da quei fallimenti nella gestione postbellica. La cosa che più risalta agli occhi è l’assenza al Cmcc di una rappresentanza palestinese formale nell’edificio, scelta che ha suscitato critiche da parte di alcuni diplomatici e operatori umanitari secondo i quali una visione esterna per Gaza difficilmente funzionerà se i palestinesi non avranno voce in capitolo.
Lunedì, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che approva la seconda fase piano di pace di Trump e chiede anche l’intervento di una Forza Internazionale di Stabilizzazione per entrare, smilitarizzare e governare Gaza. Ma ad un mese dall’avvio delle attività dell’hub non è affatto chiaro se siano stati fatti grandi progressi. E le tavole del piano Trump per il momento restano lì in bella vista al secondo piano del palazzone di Kyriat Gat mentre un nutrito gruppo di personale si avvia verso la mensa per il pranzo.
20 novembre 2025 ( modifica il 20 novembre 2025 | 22:27)
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