Dai palazzetti del volley alla Run Challenge: l’ex azzurra racconta il suo nuovo modo di vivere lo sport

Rachele Scoditti

21 novembre – 11:49 – MILANO

Ex pallavolista, volto televisivo e oggi punto di riferimento per una community sportiva in continua crescita, Rachele Sangiuliano vive lo sport come un motore di equilibrio, benessere e condivisione. A Gazzetta Active racconta come è cambiato il suo rapporto con l’allenamento e con il corpo, l’importanza dell’equilibrio nell’alimentazione, il valore educativo dello sport e lo sguardo sul volley e sul calcio di oggi. 

Rachele, sei stata protagonista sui campi più importanti del volley italiano. Oggi come vivi lo sport praticato nella tua quotidianità?

“Mi alleno tutti i giorni perché mi piace sentire che il corpo sta bene e risponde, mi piacciono anche i DOMS il giorno dopo l’allenamento. Quando giocavo avevo degli obiettivi e, dopo aver smesso, mi è mancata quella componente, così ho iniziato a prefissarmene di nuovi. Ho cominciato a correre e, grazie a un progetto della Gazzetta, ho corso due maratone. Ho sempre corso con obiettivi precisi e mi allenavo in palestra per prepararmi alla corsa. Ora invece corro quando ne ho voglia, faccio workout di forza — perché dopo i 30 anni il corpo perde tono muscolare — e mi alleno per stare bene. Faccio pilates, che adoro per la flessibilità e per come lavora in profondità, e di recente ho iniziato anche hot yoga, che mi piace per l’ambiente riscaldato e perché rende il corpo più flessibile. Oggi corro quando sento il bisogno di farlo, magari in una bella giornata: è cambiato il mio mindset, non più per obiettivi ma per sentirmi bene. E uno dei progetti che mi fa stare bene è la Run Challenge”.

Hai pubblicato qualche giorno fa delle storie su Instagram, giusto?

“Da quest’anno faccio parte del team Run Challenge, un progetto di gruppi di allenamento gratuiti con ritrovo al PlayMore di Moscova, a Milano. La cosa più bella è che unisce persone con e senza fragilità di ogni tipo. Ci sono diversi gruppi in base al livello di corsa, seguiti da trainer, e l’obiettivo è partecipare alla Milano Marathon. L’anno scorso il progetto ha vinto il premio RCS come miglior community del running. Ci alleniamo ogni giovedì alle 17 e dopo ci sono momenti di socialità, come aperitivi e feste. Il sogno è far crescere il progetto in tutto il mondo. Oggi Run Challenge è presente in 12 città.”

Davvero un bellissimo progetto. E dal punto di vista alimentare come ti gestisci? Anche qui hai un approccio più libero?

“In passato sono stata molto rigida, soprattutto quando giocavo, e questo non è sempre stato positivo perché troppa rigidità crea dei vortici. Vivevo lo sport come un modo per ripulirmi dai sensi di colpa per aver mangiato, un atteggiamento sbagliato da cui ho cercato di uscire. Ho sempre creduto sia fondamentale affidarsi a dei professionisti: l’ho fatto quando ho preparato le maratone e anche in un periodo particolare, durante i Giochi invernali di Pechino, quando conducevo un programma su Eurosport con la sveglia alle 2 di notte e ho sperimentato il digiuno intermittente. Oggi sono seguita da una persona che mi aiuta ad adattare l’alimentazione ai miei ritmi. In generale, però, sono molto meno rigida con me stessa: ho trovato più equilibrio e consapevolezza, mi sento fisicamente meglio che mai e ho smesso di inseguire modelli irraggiungibili, imparando ad apprezzarmi di più.”

Oggi quanto ti aiuta la tua esperienza passata non solo a raccontare lo sport, ma anche a trasmettere i giusti valori e la passione?

“Spesso mi trovo in situazioni con Associazioni o diverse realtà in cui porto la mia esperienza in prima persona. La vita dell’atleta è sempre molto stressante da un punto di vista mentale, perché sei sempre soggetto a rispondere ai risultato o al mancato risultato. Anche la tua persona viene giudicata molto in base al risultato, ed è una cosa sbagliata. l’ho fatto anche io quando giocavo, giudicavo me stessa solo attraverso i risultati. mi piacerebbe che si creasse in Italia la cultura per cui non è solo il risultato che conta ma anche il percorso. E noi come ex atleti dobbiamo trasmettere questi valori dello sport.”

Qualche settimana fa eri a San Siro a vedere il Milan. Chi vince lo scudetto?

“Vado allo stadio perché mi piace tantissimo respirare l’atmosfera e perché voglio imparare sempre qualcosa di nuovo. Quello che posso dirti è che spero che ci sia un campionato combattuto fino all’ultimo, l’anno scorso mi è piaciuta tantissimo la lotta tra Inter e Napoli fino all’ultima giornata.”

Per quanto riguarda il volley invece?

“Mi auguro la stessa cosa. Per il femminile ormai c’è una egemonia di Conegliano e immagino che sarà ancora così, però il fatto che Milano abbia vinto la Supercoppa e che ci siano squadre che stanno emergendo e che possano mettere in difficoltà Conegliano, vuol dire che il nostro livello di gioco sta crescendo. A livello europeo e mondiale stiamo vivendo la Golden Age del volley, tutto ciò che viene toccato dal volley italiano si trasforma in oro e speriamo possa durare il più possibile!”