Da una parte c’è la proposta di Donald Trump, che Kiev ha di fatto già bocciato perché troppo favorevole a Mosca. Dall’altra la pressione dell’esercito russo, che avanza lentamente lungo la linea del fronte, continuando a bombardare le centrali elettriche in vista dell’inverno. E poi lo scandalo corruzione. È l’ora più buia per Zelensky, il presidente-eroe ucraino che sta affrontando una serie di crisi che stanno mettendo a dura prova anche la sua capacità di guida di un Paese che è sempre più provato dai bombardamenti. Per più di una settimana, ha lottato per contenere le conseguenze dello scandalo corruzione da 100 milioni di dollari che ha coinvolto alti funzionari e altri collaboratori. La pressione è poi aumentata a causa della spinta degli Usa ad accettare una proposta elaborata con la Russia che richiederebbe importanti concessioni da parte dell’Ucraina – e poche da parte di Mosca – per porre fine alla guerra.