Se guardiamo alla storia recente della Puglia, il voto del 23-24 novembre assomiglia più a un referendum su un ciclo politico che a una semplice alternanza. Da vent’anni la Regione è guidata dal centrosinistra: prima la stagione movimentista e identitaria di Vendola, poi la lunga fase “istituzionale” di Emiliano. Ora tocca a Decaro provare a prolungare quella esperienza in una versione aggiornata, mentre il centrodestra tenta l’ennesimo assalto alla “roccaforte” pugliese puntando su un volto civico.

Elezioni Puglia 2025 che cosa si vota e quando

Il 23 e 24 novembre 2025 la Puglia elegge il nuovo presidente di Regione e i 50 consiglieri del Consiglio regionale (51 seggi in totale contando il presidente). Si vota:

  • domenica 23 novembre dalle 7 alle 23
  • lunedì 24 novembre dalle 7 alle 15

Subito dopo la chiusura dei seggi inizierà lo scrutinio.

Gli elettori chiamati alle urne sono 3.527.187, distribuiti in 4.032 sezioni nelle sei circoscrizioni provinciali (Bari, Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Foggia, Lecce, Taranto).

Elezioni Puglia 2025, gli schieramenti in campo

In Puglia i candidati presidente sono quattro: per il campo largo corre Antonio Decaro, mentre il centrodestra si affida a Luigi Lo Buono. Sullo sfondo, le candidature di Ada Donno e Sabino Mangano.

Campo largo: Antonio Decaro

Antonio Decaro (1970) è ingegnere, ex sindaco di Bari (2014–2024), già deputato e oggi europarlamentare del Partito Democratico. È stato anche presidente dell’ANCI (l’associazione dei comuni italiani). Per il campo largo pugliese la candidatura di Decaro è arrivata dopo una lunga trattativa interna al centrosinistra: Decaro aveva posto come condizione il passo indietro degli ex presidenti Michele Emiliano e Nichi Vendola come candidati al Consiglio regionale, richiesta che aveva creato tensioni, soprattutto con AVS. Alla fine Emiliano ha rinunciato, Vendola è rimasto in lista e Decaro ha comunque accettato di correre.

Chi lo sostiene: è il candidato del cosiddetto campo largo progressista. La sua coalizione include: Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, tre liste civiche: “Decaro Presidente”, “Per la Puglia”, “Avanti Popolari con Decaro”

Centrodestra: Luigi Lobuono

Luigi Lobuono (classe 1955) è un imprenditore barese, proveniente da una famiglia attiva nella distribuzione di giornali. È stato presidente della Fiera del Levante dal 2001 al 2006 ed è considerato vicino a Forza Italia, pur presentandosi come candidato civico espressione del mondo produttivo. Per mesi il centrodestra ha discusso sulla candidatura, inizialmente orientata su Mauro D’Attis (Forza Italia). A inizio ottobre D’Attis ha rinunciato, indicando la necessità di puntare su un profilo civico. Da qui la scelta di Lobuono.

Chi lo sostiene: è il candidato unitario del centrodestra, sostenuto da cinque liste: Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega (insieme a UDC e Nuovo PSI), Noi Moderati – Civici per Lobuono, La Puglia con noi

Donno e Mangano: le voci fuori dai poli

Ada Donno e Sabino Mangano rappresentano mondi diversi ma accomunati da una critica di fondo al bipolarismo regionale.

Ada Donno è docente, attivista dei movimenti pacifisti, in passato vicina al Movimento 5 Stelle. È l’unica donna candidata presidente in questa tornata. Guida la lista “Puglia Pacifista e Popolare”, che riunisce: Potere al Popolo, Partito Comunista Italiano, Risorgimento Socialista

Sabino Mangano è un ex consigliere comunale del Movimento 5 Stelle a Bari, con un profilo legato ai temi dell’innovazione e della partecipazione civica. È candidato della lista civica “Alleanza Civica per la Puglia”, composta dai movimenti “Marziani per la Puglia” e “Next Italia”.

La legge elettorale, con la soglia dell’8% per le liste fuori dalle coalizioni, rende però complicato il loro ingresso in Consiglio: più che contendersi il governo della Regione, la loro partita è quella di superare la barriera di sbarramento e portare almeno una voce alternativa in aula.

Come funziona la legge elettorale pugliese

La Puglia utilizza una legge elettorale regionale di tipo proporzionale con premio di maggioranza, disciplinata da una legge regionale aggiornata nel 2015 e oggetto di ulteriori modifiche fino al 2025.

In sintesi:

  • Unico turno: vince il candidato presidente che ottiene anche solo la maggioranza relativa dei voti.
  • È in palio la guida della Regione e 50 seggi di Consiglio, a cui si aggiunge il presidente (51).
  • Sei circoscrizioni provinciali: i seggi sono ripartiti tra le province e poi tra le liste secondo un criterio proporzionale.

Elezioni Puglia 2025, come si vota

Recandosi al seggio, bisogna portare con sé un documento di identità valido e la tessera elettorale con spazi disponibili. In caso di tessera piena o smarrita, occorre rivolgersi prima all’ufficio elettorale del Comune.

Sulla scheda compaiono:

  • i nomi dei quattro candidati presidente con i relativi simboli
  • sotto ciascun candidato i simboli delle liste collegate

Le possibilità per l’elettore sono:

  • Votare solo il candidato presidente

Tracciando un segno sul nome/riquadro del candidato. Il voto non si estende a nessuna lista.

Tracciando il segno sul simbolo di una lista. Il voto vale per la lista e automaticamente per il candidato presidente collegato.

  • Votare lista + candidato collegato

Segno sul simbolo della lista e sul nome del candidato collegato (opzione classica).

È possibile votare un candidato presidente e una lista non collegata a quel candidato (ad esempio, candidato A e lista di una coalizione concorrente). In questo caso il voto si divide: il candidato presidente riceve il voto per la carica di governatore, la lista prescelta partecipa al riparto dei seggi nella propria coalizione.

Preferenze e parità di genere

Su ogni scheda l’elettore può esprimere:

  • fino a due preferenze per candidati consiglieri della lista votata
  • le due preferenze, se espresse entrambe, devono riguardare candidati di sesso diverso (una donna e un uomo, o viceversa); se si indicano due nomi dello stesso sesso, la seconda preferenza viene annullata.

Soglie di sbarramento e premio di maggioranza

Per entrare in Consiglio:

  • le liste che si presentano da sole (senza coalizione) devono superare l’8% regionale
  • le liste che fanno parte di una coalizione devono superare il 4% regionale

Il sistema prevede un premio di maggioranza:

  • alle liste collegate al presidente eletto sono garantiti fino a 29 seggi su 50
  • la minoranza, anche in caso di sconfitta netta, non può scendere sotto i 21 consiglieri

Che cosa dicono i sondaggi

I sondaggi non sono il risultato, ma offrono una fotografia indicativa dell’umore dell’elettorato (con margini di errore e possibili cambi di tendenza). Tra fine ottobre e inizio novembre sono stati pubblicati numerosi rilevamenti da istituti diversi.

Intenzioni di voto sui candidati presidente

La tabella dei sondaggi raccolta da varie fonti (Bidimedia, Ipsos, Noto, Tecnè, Only Numbers, SWG) mostra un quadro abbastanza coerente:

  • Antonio Decaro oscilla tra circa 59,5% e 65% delle intenzioni di voto
  • Luigi Lobuono tra circa 32% e 39%
  • Ada Donno intorno all’1–3%
  • Sabino Mangano sotto l’1%

Il sondaggio Ipsos Doxa per il Corriere della Sera (800 casi, pubblicato il 6 novembre) è uno dei più dettagliati:

  • Decaro 63,8%
  • Lobuono 33,1%
  • Donno 2,2%
  • Mangano 0,9%

Rilevazioni Bidimedia, Tecnè, SWG e Only Numbers indicano valori simili, con un margine di vantaggio per Decaro compreso grosso modo tra i 20 e i 30 punti percentuali.

In un sondaggio Winpoll di metà settembre il distacco era già netto (circa 52% a 38%), ma con valori inferiori a quelli delle rilevazioni più recenti.

Forza dei partiti e delle liste

Il sondaggio Ipsos per il Corriere offre anche una stima delle liste:

  • Nel campo Decaro
    • Partito Democratico: 23,5%
    • Lista “Decaro Presidente”: 13,2%
    • Movimento 5 Stelle: 8,7%
    • due liste civiche intorno al 6% ciascuna
    • AVS (Alleanza Verdi e Sinistra): 5,6%
  • Nel campo Lobuono
    • Fratelli d’Italia: 17,3%
    • Forza Italia: 9,6%
    • Lega: 4,5%
    • altre liste di centrodestra intorno al 2% complessivo

Anche altri istituti (Bidimedia, SWG) confermano PD come prima lista e FdI come primo partito del centrodestra, con valori che possono variare di qualche punto ma non cambiano il quadro generale: un campo largo progressista molto competitivo e un centrodestra più indietro ma comunque radicato.

L’incognita decisiva: l’astensione

Quasi tutte le analisi convergono su un punto: il vero ago della bilancia non è tanto lo spostamento di voti tra Decaro e Lobuono, quanto la partecipazione.

Rispetto al 2020:

  • l’affluenza potrebbe scendere dal 56,4% a poco più del 40%
  • una quota consistente di elettori si dichiara indecisa o tentata dal non voto

Il sondaggio Ipsos del 6 novembre dedica attenzione alla partecipazione:

  • circa il 39% degli intervistati dichiara di essere certo di votare
  • un altro 17% si dice “probabile votante”

La stima complessiva di affluenza viene indicata intorno al 43%, cioè circa 13 punti in meno rispetto al 2020.

Il quadro che si presenta in Puglia vede il campo progressista partire con un vantaggio evidente: Decaro è in testa in tutti i sondaggi e può contare su una coalizione ampia, che mette insieme PD, M5S, sinistra ecologista e una parte importante del mondo civico. Dall’altra parte, il centrodestra prova a ribaltare i pronostici puntando sulla discontinuità e sul profilo “civico” di Lobuono, costruendo gran parte della propria campagna sui temi della sanità e delle infrastrutture.

Accanto ai due poli principali si muovono poi le liste di Donno e Mangano, che cercano di superare una soglia di sbarramento elevata per portare in Consiglio regionale istanze pacifiste e civiche che, a loro avviso, non trovano spazio sufficiente nei fronti maggiori. Sullo sfondo, il rischio di un’astensione molto alta incombe come il vero protagonista silenzioso del voto pugliese.

(riproduzione riservata)