Jovanotti ha recentemente annunciato il suo prossimo tour mondiale. Per le tappe italiane ha scelto di spostarsi in bicicletta. È una decisione naturale per lui, perché negli ultimi anni la bici è diventata un modo per respirare, pensare e muoversi con un ritmo più umano. Pedalare gli permette di rallentare e di osservare meglio quello che succede attorno. Per questo ha deciso di trasformare il viaggio tra un concerto e l’altro in un’esperienza vera, fatta di strade secondarie, piccole soste e incontri imprevisti.

Il nuovo tour fa parte del progetto mondiale L’Arca di Lorè, presentato al Teatro Cometa di Roma, che porterà Jovanotti da Brisbane a Kinshasa, da Barcellona al Circo Massimo.
L’annuncio è arrivato a pochi giorni dal lancio del suo nuovo album, Niuiorcherubini, registrato a New York in presa diretta, e uscito ieri, giovedì 20 novembre.

La parte italiana del tour mondiale – il Jova Summer Party 2026 – sarà una sorta di Jovagiro, un nome che ricorda il Cantagiro degli anni Sessanta. A Jovanotti quell’idea è sempre piaciuta. Ora può reinterpretarla in modo moderno e personale. Ha invitato chiunque a unirsi alla carovana di bici: ciclisti esperti, appassionati, amici, famiglie e persone che vogliono pedalare anche solo per pochi chilometri. L’obiettivo è creare un viaggio condiviso, semplice e pieno di energia.

Il Jova Summer Party 2026 rappresenta anche il capitolo italiano dell’Arca di Lorè: sette date all’aperto tra arene e ippodromi, da Olbia al Circo Massimo, con i biglietti già disponibili.
Le tappe seguiranno un percorso che attraversa Sardegna, Abruzzo, Puglia, Calabria, Sicilia e Campania, prima del grande finale del 12 settembre 2026 al Circo Massimo di Roma.

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Un viaggio che diventa racconto

Alcuni spostamenti potrebbero superare i 500 chilometri, quindi serviranno più giorni. Non ci sarà fretta. La lentezza farà parte del progetto. Consentirà di fermarsi nei paesi, parlare con gli abitanti, accettare inviti spontanei e magari suonare qualche canzone in situazioni nate al momento. Tutto questo diventerà materiale per un racconto che crescerà giorno dopo giorno, senza una scaletta precisa.

Il rapporto tra Jovanotti e la bici si è rafforzato dopo il grave incidente a Santo Domingo. La caduta lo ha costretto a un recupero lungo e difficile. Pedalare è stato decisivo per ritrovare equilibrio e fiducia. Ogni progresso gli ricordava che si può ripartire anche quando sembra impossibile. Questo vissuto personale ha reso la bici un elemento centrale della sua vita e del suo percorso artistico.

Il viaggio in bici tra una tappa e l’altra sarà anche un modo per accompagnare musicalmente il nuovo materiale di Niuiorcherubini, un album di tredici brani registrato su nastro analogico a Brooklyn, senza sovraincisioni, seguendo un metodo spontaneo e quasi “da laboratorio itinerante”.
Nel disco compare anche il contributo del maestro Oscar Hernandez della Spanish Harlem Orchestra, che ha inciso una versione “salsa dura” di Senza se e senza ma.

Per lui non è solo un mezzo di trasporto, ma uno spazio di libertà.

Dal concerto per ciclisti alle ciclovie

L’estate scorsa aveva già mostrato ancora una volta la sua vicinanza al mondo della bici. Ai Laghi di Fusine aveva organizzato un concerto riservato a chi arrivava pedalando. L’evento aveva attirato persone da molte regioni. Molti avevano raccontato di aver vissuto un concerto più raccolto, immerso nella natura e con un forte senso di comunità (cosa confermata anche dall’inviato di Bikeitalia presente all’evento, ndr). Jovanotti – arrivato anche lui in bicicletta partendo da casa, dopo un viaggio di 770 chilometri – aveva capito che questo modo di vivere la musica poteva diventare un percorso più grande.

Concerto per ciclisti Jovanotti foto di @virginiabettoja2

Concerto per ciclisti Jovanotti foto di @virginiabettoja2Jovanotti pedala verso il suo Bike Concert: 770 km da Cortona ai Laghi di Fusine

Ciclisti per Jovanotti crediti No Borders Music Festival

Ciclisti per Jovanotti crediti No Borders Music FestivalJovanotti Lorenzo Cherubini - Concerto per Ciclisti - foto di @virginiabettoja

foto di @virginiabettoja

Ha anche spiegato che spera che questo viaggio aiuti a sostenere il tema delle ciclovie, perché secondo lui sono fondamentali per lo sviluppo del turismo e dei territori. Vorrebbe vedere più investimenti, più percorsi sicuri e più collegamenti tra le città e le zone rurali. Crede che la bici possa portare benefici reali ai luoghi che attraversa: nuove persone, nuove economie e un modo più rispettoso di scoprire l’Italia.

“La bici è una mia passione, è stata parte importante del mio recupero. E c’è la mia volontà di stimolare le amministrazioni a investire nelle ciclovie. Sono asset fondamentali per il turismo”, riporta l’Agenzia Dire.

Una rincorsa verso i sessant’anniJova Summer Party 2026 Jovanotti in tour si sposta in bici tra una tappa italiana e l'altra

Il viaggio in Italia tra un concerto e l’altro Jovanotti lo descrive come una rincorsa verso i suoi sessant’anni, un modo per arrivare a questo tappa della vita con leggerezza e curiosità. Ogni giorno sarà diverso, perché cambieranno il vento, la strada, gli incontri e l’umore. Il Jovagiro non sarà una semplice serie di concerti collegati da spostamenti, ma un racconto continuo che nascerà insieme alle persone che decideranno di pedalare con lui anche solo per un tratto.

La bicicletta sarà il filo che unisce tutto: musica, paesaggi, amicizie improvvise, fatica, natura e stupore. Con questo viaggio Jovanotti sembra voler ricordare che a volte basta cambiare mezzo per cambiare prospettiva, e che pedalare è un modo semplice, forte e immediato per sentirsi parte del mondo.

[Fonte]

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