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È morta Ornella Vanoni, aveva 91 anni. Secondo il Corriere della Sera la cantante ha avuto un malore nella sua abitazione a Milano poco prima delle 23 del 22 novembre.
Nata a Milano il 22 settembre 1934, suo padre era un industriale farmaceutico. Durante l’adolescenza cresce in Svizzera, Francia e Inghilterra. Nel 1953 torna a Milano e si iscrive all’Accademia di arte drammatica del Piccolo Teatro di Giorgio Strehler, interessata a intraprendere una carriera nel mondo della recitazione. Qui entra nelle grazie del suo maestro, tanto da iniziare una relazione con quest’ultimo della durata di un anno. Il suo debutto nel mondo dello spettacolo come attrice risale al 1956. Si esibisce per la prima volta in qualità di cantante in occasione della prima rappresentazione al Piccolo de “I Giacobini” di Federico Zardi, datata 13 aprile 1957.
APPROFONDIMENTI
La carriera
Il suo talento viene riconosciuto dai più importanti autori italiani, che non mancano di destinare le proprie canzoni alla sua voce; tra i nomi figurano personaggi cardini della cultura musicale italiana come Fabrizio de André, Lucio Dalla, Gino Paoli, Renato Zero, Eros Ramazzotti. In totale ha pubblicato 40 album: il primo, intitolato con il suo nome, è uscito nel 1961.
Fra le sue canzoni più famose troviamo “L’appuntamento”, “Domani è un altro giorno”, “Una ragione in più”, “Insieme a te non ci sto più”, “Senza fine”.Vita privata
Il primo grande amore di Ornella è arrivato alla giovane età di 19 anni quando ha avuto un vero e proprio colpo di fulmine con il regista Giorgio Strehler. Nel 1960 intraprende una relazione con Gino Paoli, dando inizio a un amore tormentato e difficile che non durerà molto. Anni dopo la fine della loro relazione, la Vanoni dichiarerà di aver perso un figlio concepito con Paoli.
Sempre nel 1960 Ornella sposa l’impresario teatrale Lucio Ardenzi, con cui si separerà nel 1962, dopo la nascita del figlio Cristiano. In particolare, con quest’ultimo i rapporti non sono mai stati sereni, a causa soprattutto della carriera dell’artista che l’ha spesso condotta lontano dalla famiglia. A dire della cantante, quel matrimonio fu un errore: «Io volevo ancora bene a Gino e lui mi ha sconsigliato sino all’ultimo, minacciando persino di venire alla cerimonia a cantare Senza fine», ha raccontato a La Repubblica. Tra i suoi amori anche Hugo Pratt.
La malattia
La cantante ha parlato della sua malattia durante un’intervista a Verissimo, rivelando di aver sofferto di depressione nella sua vita. La cantante ha raccontato di aver vissuto un periodo in cui si sentiva sempre triste e si è quindi recata in un istituto, dove le è stata diagnosticata la depressione. Sin da giovane la cantante ha sofferto di una forte insicurezza, che non è scemata nonostante l’enorme successo conquistato negli anni. «Soffro d’ansia, l’ansia non fa dormire e quando non dormi diventi depressa. Ho avuto tre lunghe depressioni nella mia vita. La depressione crea un senso di abbandono totale, è molto sottovalutata, perché è una malattia che non si vede. Mi sono curata bene con uno psichiatra, ma continuo a curarmi ancora oggi, perché a una certa età è sempre più difficile riprendersi dalla depressione».
Una lotta continua, insomma, per non ripiombare nel male oscuro, che svuota di emozioni chi ne soffre: «La persona depressa è vuota, non manifesta sentimenti e non li riceve, si crea una barriera che non permette di comunicare, non si sente più niente», ha spiegato l’artista.
La Vanoni ha quindi preso in mano la situazione, andando in cura da uno psichiatra che, a detta della cantante, l’ha salvata. «Dopo mesi, quando stavo meglio, andai da lui dicendogli che volevo chiuderla con gli psicofarmaci, ma lui mi rispose: ‘Non ci pensi neanche, lei è un soggetto borderline’». Ora il momento peggiore della depressione è alle spalle, l’artista ha saputo riprendere in mano la propria vita e la propria attività lavorativa, ma non si considera completamente guarita. «L’unica cosa che può salvarti quando si ha questo problema sono gli antidepressivi, che prendo ancora», ha candidamente ammesso. Il trucco per non ricadervi è semplicemente quello di «curarsi bene», ha concluso.
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