A mezzogiorno a Bologna: l’ultima volta in cui gli spagnoli sono entrati fra i primi quattro risale al 2019
21 novembre 2025 (modifica alle 23:37) – BOLOGNA
La Spagna orfana di Alcaraz o la Germania guidata da Zverev. Comunque vada, si parlerà di loro. L’uno come convitato di pietra che fa il tifo e soffre davanti alla tv, l’altro come protagonista suo malgrado in campo. Infortunato Carlos, rivitalizzato Sasha. Aveva bollato questa Davis come una semplice “esibizione”, aderendo controvoglia all’invito dell’amico Struff. Si è ricreduto, avviando la rimonta contro l’Argentina grazie al successo in singolare su Cerundolo e incitando a squarciagola dalla panchina i doppisti Krawietz e Puetz, fino all’una di notte. “Come una serata in discoteca, non ho più voce”, ha detto subito dopo il 2-1 che ha regalato ai tedeschi la semifinale.
storia—
Oggi a mezzogiorno c’è un appuntamento con la storia. Per entrambe le nazionali. L’ultima volta che la Spagna approdò nel G4 di Davis, nel 2019, conquistò poi il titolo, con i “vamos” di un certo Rafa Nadal. La Germania ci è arrivata anche l’anno scorso, però mancava Zverev che, in questi giorni, è l’unico top ten presente nell’arena di tennis allestita alla Fiera di Bologna. Il progetto, per i tedeschi, è ancor più ambizioso: sfruttare il traino del numero 3 del mondo per riportare a casa un trofeo che manca da 32 anni, cioè dai tempi di Michael Stich. Dal canto suo, Zverev vorrebbe ricevere almeno un pezzetto della gloria di Boris Becker, l’icona che ultimamente non smette di bacchettarlo. Se “Bum Bum” è inavvicinabile in assoluto – basti solo pensare ai 6 Slam vinti, davanti ai quali scoloriscono le 3 finali di Sascha – l’attuale leader tedesco potrebbe iniziare ad emularlo in Davis. Gli appassionati ancora ricordano la doppia finale vinta dalla Germania di Becker contro la Svezia dell’eterno rivale Edberg, nel 1988 e nel 1989. “Sapete come la penso sull’attuale formato della Davis: credo che sia molto più stimolante giocare in casa o in trasferta, con il calore di un tifo più coinvolto. Ma ora sono qui e farò tutto ciò che posso per far vincere la Germania”, proclama Zverev.

riscatto—
Appena otto giorni fa perdeva a Torino da Auger-Aliassime e veniva sbattuto fuori dalle Finals, concludendo un anno di tour per nulla soddisfacente, con un solo titolo vinto (e nemmeno un Masters, ma il 500 di Monaco) e meno della metà dei punti di Alcaraz e Sinner. La Davis può essere il suo riscatto. Dopo Cerundolo se la vedrà con un altro terraiolo, quel Jaume Munar che, in assenza del n.1 Alcaraz e del n.14 Davidovich Fokina, il capitano spagnolo Ferrer ha promosso a primo singolarista. Munar, 36° posto in classifica, ha raccolto solo quattro game nell’ultimo scontro diretto con Zverev, alle Olimpiadi del 2024 a Parigi. “Ma sta giocando molto meglio rispetto ad allora”, mette le mani avanti Sascha.
doppio—
Prima di loro, oggi scenderanno in campo i numeri 2: Carreno Busta (89 Atp) e Struff (84 Atp). Lo spagnolo è avanti 3-1 nei precedenti, ma l’ultima volta che si sono sfidati risale a cinque anni fa. La verità è che il pronostico è aperto, e allora il nome della finalista potrebbe emergere soltanto nel doppio, dove ci sono almeno tre super specialisti: i tedeschi Krawietz e Puetz, sesti nella Race di quest’anno e con 19 vittorie in 20 partite di Davis, e lo spagnolo Granollers, campione di Roland Garros e Us Open, affiancato da Pedro Martinez che quest’anno ha fatto l’en plein con la maglia spagnola (5 successi su 5).
I CAPITANI—
“Potrebbe di nuovo decidersi tutto nel doppio. E in passato l’abbiamo spesso portato a casa. Contro l’Argentina siamo stati più volte a un passo dal baratro ma siamo riusciti a tirarci fuori. Siamo ancora qui e questo punto coltiviamo il grande sogno di conquistare la coppa”, dice il capitano tedesco Kohlmann. “Se siamo riusciti a rimontare a Marbella contro la Danimarca e qui a Bologna contro la Repubblica Ceca è perché siamo uniti e abbiamo fiducia l’uno nell’altro. Questo è il modo di funzionare bene in Davis. È chiaro che i grandi nomi possono portare vittorie, ma il gruppo è la cosa più importante”, ribatte Ferrer.
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