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Gaia Piccardi, inviata a Bologna
Partite come quella di ieri sera a Bologna riconciliano con l’ultracentenario torneo di tennis per nazioni e gli eroi contemporanei che la onorano danno tutto per la maglia, con retorica trita eppure così vera
Il romanzo della Davis, o di questo Campionato del Mondo chiamato Davis, si arricchisce di una pagina che Flavio Cobolli inietta di tutto il cuore che ha nel petto, nessun palpito escluso. Sull’1-0 per l’Italia, punto conquistato da Matteo Berrettini con il successo sul modesto Raphael Collignon (6-3, 6-4), ogni battito del ragazzo che il tennis ha strappato alle giovanili della Roma serve per domare il tentativo di rimonta del Belgio e mandare la compagnia dei celestini nella terza finale consecutiva, a caccia della terza coppa, domani contro la Spagna sedotta e abbandonata dall’infortunato Alcaraz o la Germania di Zverev, unico top 15 sopravvissuto alla stagione.
Al settimo match point, avendone annullati altrettanti, Cobolli mette fine all’interminabile vicenda con Zizou Bergs, chiamato così in onore di Zidane ma senza i guizzi del fuoriclasse francese. Sono passate — nel momento in cui Flavio si strappa la maglietta azzurra come un piccolo Hulk dagli occhi buoni, la sua anima gemella Edoardo Bove scoppia in lacrime in tribuna e il palazzetto canta con tutto il fiato che ha in gola —, tre ore e tre minuti di un match a tratti surreale, ruotato, incredibile a dirsi, su un unico break nel primo set vinto da Cobolli (6-3) e poi imbottigliato come un oggetto da collezione in due tie break dirimenti, specialmente il secondo, sembrato prigioniero di un buco spaziotemporale nel quale molto accadeva ma nulla riusciva ad essere decisivo, chi moriva risorgeva immediatamente, fino al punto del 17-15: una botta di servizio al centro sulla quale Bergs ha steccato drammaticamente l’appuntamento con il destino. È la sliding door dentro cui s’infila l’Italia, sbattendo la porta in faccia al Belgio. Cose da pazzi. Cose (solo) da Coppa Davis.
L’hanno stravolta nella formula, i big (Sinner e Alcaraz in testa, i grandi assenti di queste finali italiane) la vorrebbero ogni due anni, di lei parliamo spesso come di una diva attempata con il rossetto sbavato, che ha perso per strada tutto il suo fascino. Ma partite come quella di ieri sera a Bologna riconciliano con la Davis e gli eroi contemporanei che la onorano dando tutto per la maglia, con retorica trita eppure così vera: il senso della squadra trionfa con i predestinati a casa, forse non è un caso, e le seconde linee qui a lottare fino all’ultimo alito di fiato in gola, perché questo è successo tra Cobolli e Bergs. Esaurito il tennis, è cominciata una sfida di nervi, solo quelli. Vale la pena di raccontare lo snodo finale di uno scontro tra giocatori suonati di stanchezza, però aggrappati al campo come se fosse una zattera di salvataggio da un epilogo sgradito, che avrebbe condannato l’Italia, il Belgio, tutti noi, alla spietatezza del doppio di spareggio.
Dopo 2h37’ di battaglia feroce, ecco i lunghi titoli di coda. Il primo punto è azzurro: rovescio lungo di Bergs (1-0), che reagisce con il servizio (1-1); Cobolli è esausto: sbaglia in lunghezza (1-2), poi mette in rete un dritto (1-3). La battuta è ancora viva (2-3), riprende per i capelli l’avversario con un lob (3-4). Flavio vacilla (3-5) ma trova una bella combinazione con il dritto (4-5). Il servizio, però, è in mano belga. C’è il primo match point per Bergs: spara fuori un dritto. Non è finita (5-6). Secondo match point: altro dritto in rete. Che regalo. 6-6. Ma l’Italia non ne approfitta. Terzo match point Belgio: Flavio è un leone, viene a rete e piazza lo smash nell’angolo. 7-7. Bergs ha il braccio caldo. Quarto match point. Il servizio vincente è di Cobolli, che si rifiuta di soccombere (8-8). Fa il bis (9-8). È il momento di chiudere, ma Bergs s’inventa un rovescio angolatissimo seguito da volée acrobatica. 9-9. Uno smash rimanda l’Italia sull’orlo del burrone. 10-9. Quinto match point. Flavio cancella col servizio (10-10). Un rovescio in rete di Bergs dà ossigeno all’Italia (11-10). Flavio non ne ha più: palla in rete e racchetta per terra. 11-11. Il belga è esanime, 12-11. Cobolli aspetta l’errore, Bergs è più effcace. 12-12. Servizio e dritto: sesto match point Italia (13-12). Bergs non sbaglia il servizio. 13-13. Sul sesto match point, risposta in rete. La palla corta belga sul settimo, non va a segno. 15-15. C’è un altro errore di Bergs. 16-15. Settimo match point anche per l’Italia. Cobolli ci manda in paradiso.
22 novembre 2025 ( modifica il 22 novembre 2025 | 07:24)
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