di
Dimitri Canello

Belluno, Ludovica Nessenzia era stata portata in pronto soccorso a Feltre: il medico l’ha rimandata a casa

Si aggrava la posizione del medico di 76 anni libero professionista dell’ospedale Santa Maria del Prato di Feltre indagato per omicidio colposo dalla procura di Belluno per la morte di Ludovica Nessenzia. La bambina di due anni è morta sabato 15 novembre dopo un passaggio al Pronto soccorso. L’autopsia ha chiarito ciò che fin dall’inizio i genitori temevano: la piccola aveva contratto una meningoencefalite da streptococco pneumoniae. Una svolta tanto attesa quanto dolorosa, che rimette in fila i fatti e riaccende le domande. Una diagnosi che non lascia equivoci e che, secondo gli specialisti, richiede un ricovero immediato e un trattamento ospedaliero intensivo.

L’autopsia

È quanto emerso dall’esame eseguito venerdì pomeriggio dagli anatomopatologi Antonello Cirnelli e Marny Fedrigo, incaricati dalla procura di Belluno che ora indaga senza più zone d’ombra sulla dinamica sanitaria di quei giorni. Il fascicolo aperto dopo l’esposto dei genitori ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati del medico pediatra che la sera della prima visita aveva dimesso la bambina. Si tratta di un libero professionista settantaseienne sotto contratto con l’Usl1 Dolomiti da alcuni anni, in servizio al Pronto soccorso. Un professionista stimato e apprezzato dai colleghi, molto amato da più giovani che hanno sempre visto in lui un solido punto di riferimento a cui appoggiarsi. 



















































Rimandata a casa

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, nel referto il dottore aveva annotato l’assenza di segni meningei e una febbre moderata al momento del controllo. Una valutazione che contrasta però con quanto riferito dalla famiglia, che aveva segnalato episodi ripetuti di febbre molto alta, fino a 39 gradi, nei giorni precedenti. Al momento della dimissione, il medico aveva prescritto un antibiotico a basso spettro e un semplice aerosol, disponendo il rientro a casa e il monitoraggio dei sintomi. Nelle ore successive, il quadro clinico della bambina è precipitato.

La patologia

La meningoencefalite da pneumococco è una patologia rapida, aggressiva e potenzialmente letale: i protocolli clinici prevedono un ricovero immediato, idratazione continua e un trattamento antibiotico potente, somministrato in ambiente ospedaliero. Nessuna di queste procedure, secondo quanto emerso, è stata messa in atto nella prima visita. Una circostanza che ora pesa come un macigno nell’indagine per omicidio colposo. La morte di Ludovica, avvenuta poco dopo il secondo accesso all’ospedale e il successivo peggioramento, ha sconvolto Borgo Valbelluna e tutta la comunità feltrina. Venerdì l’avvocata di Merano Roberta Somavilla ha incontrato la famiglia dopo aver appreso degli sviluppi della vicenda. I genitori di Ludovica, Renzo Nessenzia e Martina Feltrin, disperati nel loro dolore per la perdita della figlia, chiedono che venga fata giustizia. L’autopsia, il primo tassello scientifico in un’indagine complessa, ora orienta con decisione il lavoro della procura. Si cercherà di capire se i sintomi manifestati dalla piccola fossero compatibili con la diagnosi corretta già alla prima visita e se una gestione diversa avrebbe potuto salvarle la vita. Un interrogativo che la famiglia, distrutta, ripete da giorni: poteva essere evitato?


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22 novembre 2025