La Clemenza di Tito per un momento ha fermato la guerra alla Fenice. Sette minuti di applausi hanno salutato la prima dell’opera di Mozart, che ieri ha aperto la stagione lirica del teatro. Ma prima e dopo lo spettacolo, è tornata a farsi viva quella protesta che contrappone le maestranze del teatro veneziano al soprintendente, Nicola Colabianchi, per la nomina di Beatrice Venezi a direttore musicale del teatro. Tensione che si è materializzata nel volo dei tanti foglietti, con il messaggio dei lavoratori, dal pubblico sui palchi alla platea. Quello che il soprintendente non aveva acconsentito fosse letto all’interno del teatro. La manifestazione era iniziata in campo San Fantin, davanti al teatro, dove le maestranze avevano dato appuntamento al pubblico mezz’ora prima dell’inizio dello spettacolo.
Qui si erano già presentati gli orchestrali, lo scorso 31 ottobre, dopo che il sovrintendente aveva revocato l’autorizzazione a leggere il loro messaggio prima del concerto diretto dal maestro Ken Nagano. Ma quel giorno era uscita solo una rappresentanza di professori d’orchestra, già in abiti neri, con dei simbolici bavagli sulla bocca. Ieri la presenza è stata ben più numerosa. Orchestrali e maestranze tutte che si sono distribuite sulla scalinata del loro teatro. In mano il retro del volantino, dove campeggia una chiave di violino e una citazione di John Keats: “La bellezza è verità, la verità è bellezza. Questo è tutto ciò che al mondo sapete, e tutto ciò che vi occorre sapere”.