di
Silvia Turin

I casi di influenza e infezioni respiratorie acute sono in aumento in gran parte del Paese. Ecco chi dovrebbe vaccinarsi prima che la stagione dei virus entri nel vivo

I virus respiratori si stanno facendo strada come ogni autunno-inverno. Siamo lontani dal picco stagionale, ma proprio per questo è il momento giusto per pensare di vaccinarsi. Ecco perché.

Molte persone potranno sperimentare sintomi come mal di gola (anche intenso), naso chiuso, febbre (anche alta) e dolori muscolari che il sistema immunitario riesce a superare nel giro di una settimana; tuttavia, per alcuni individui il virus influenzale aggrava le condizioni già compromesse di pazienti affetti da altre patologie fino a provocarne il decesso.
Si arriva così ad attribuire mediamente 8.000 decessi per influenza e le sue complicanze ogni anno in Italia (fonte Istituto Superiore di Sanità).



















































Conoscere chi è più esposto ai rischi di una forma grave della malattia è importante. 
Ricordando che la vaccinazione è raccomandata a persone over 60 e persone con malattie croniche o condizioni che indeboliscono il sistema immunitario, chiariamo quali possono essere alcuni dei fattori che espongono a rischio maggiore di gravi conseguenze in caso di influenza.

I sette fattori che aggravano 

-Le persone più vulnerabili includono anziani e bambini molto piccoli, i cui sistemi immunitari sono meno forti rispetto ai giovani adulti, rendendoli meno capaci di contrastare l’influenza.
-Anche la prevalenza di determinati tipo di virus influenzali può incidere: quelli di tipo A risultano particolarmente insidiosi, con un’incidenza maggiore di ospedalizzazioni negli ultimi anni, rispetto a quelli di tipo B.
-Tra le condizioni croniche a rischio ci sono i disturbi neurologici nei bambini, che compromettono la capacità di respirare e di espellere liquidi dalle vie aeree, facendo aumentare il rischio di polmonite. 
-Anche le malattie polmonari croniche, come l’asma o la broncopneumopatia ostruttiva, possono peggiorare notevolmente la prognosi e rendere necessario un intervento ospedaliero.
La gravidanza rappresenta un altro momento delicato: gli ormoni che regolano questa fase sopprimono il sistema immunitario, rendendo più facile che l’influenza provochi complicanze sia per la madre sia per il feto.
-Un’altra categoria a rischio è quella delle persone obese o affette da malattie metaboliche croniche, dove il sovrappeso e patologie come il diabete possono interferire con la capacità di combattere l’infezione, prolungandone la durata e aggravandone i sintomi.
-Non vanno sottovalutate le malattie cardiache: chi soffre di ipertensione o altre patologie cardiovascolari rischia un peggioramento delle condizioni, con una maggiore probabilità di infarto o ictus durante l’influenza.

È ora di vaccinarsi 

Conoscere questi fattori è fondamentale per identificare chi necessita di una maggiore protezione. Anche perché dall’avvenuta somministrazione del vaccino passano 15 giorni perché questo sia totalmente efficace.

La campagna vaccinale è ancora all’inizio, ma si ricorda che la tendenza delle coperture è stata in diminuzione nelle ultime stagioni dopo il picco raggiunto nella stagione pandemica 2020-21 con il 65,3% della popolazione anziana (oltre i 65 anni) vaccinato (l’obiettivo sarebbe il 75% della popolazione a rischio): la copertura negli anziani nella stagione influenzale scorsa, in particolare, è diminuita di 0,8 punti percentuali rispetto alla stagione precedente portandosi al 52,5%
La somministrazione è disponibile tramite il Sistema Sanitario Nazionale, ad esempio presso i centri vaccinali, dal medico di base, o nelle farmacie convenzionate.

La circolazione virologica in Italia 

In Italia, nella settimana dal 3 novembre al 9 novembre sono stati 427mila i casi stimati di infezioni respiratorie acute (ARI), con un’incidenza totale nella comunità pari a 7,36 casi per 1000 assistiti. L’incidenza più elevata si è osservata nella fascia di età 0-4 anni
La sorveglianza virologica registra ancora un basso tasso di positività per i virus influenzali e per il Virus Respiratorio Sinciziale, mentre tra i virus respiratori circolanti, i valori di positività più elevati sono per i Rhinovirus, per il SARS-CoV-2 e per i virus parainfluenzali.

22 novembre 2025