L’ex attaccante giallorosso: “Il mio amico nel calcio? Quello più caro è brasiliano e non argentino, è Aldair. Prima di andare a Roma dovevo essere ceduto all’Inter, ecco cosa accadde”.
Abel Balbo, ex attaccante della Roma con un passato anche all’Udinese e al Parma, oggi allenatore, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport parlando anche dei colori giallorossi. Ecco uno stralcio delle sue parole:
A Udine è stato capocannoniere in B ma ha segnato anche in A, guadagnandosi la Roma. Anche se doveva essere ceduto all’Inter: ricorda? “Eccome. Ernesto Pellegrini mi invita a cena a casa sua. Serata bellissima. Siamo d’accordo su tutto. Prima di andare via mi chiede di fargli un autografo per la moglie che li collezionava. Firmo, ma scrivo malissimo. Alla moglie quella firma non piace. Salta tutto per questo. E mi prende la Roma”.
Trova Carletto Mazzone e diventa “El Killer”. “A Roma mettono sempre i soprannomi. Mazzone? Straordinario, unico. Un padre. Saggio, umano, generoso. Ci siamo divertiti. Era un periodaccio, perdevamo, facevo fatica a fare gol. Un giorno mi dice ‘A bello, te devi da ‘na svegliata’. E me la sono data”.
Con Zeman andò peggio: è vero che gli diede del laziale quando la sostituì? “Questa è leggenda. Semplicemente lo mandai a quel paese. Ero capitano. Non volevo mandarlo via. Anzi suggerii al presidente Sensi di rinnovargli il contratto. Lo fece. Quando lo incontrai da avversario con la maglia del Parma sorridemmo e mi disse “perché sei andato via?” Perché vinco, gli risposi”.
Scudetto a Roma, coppa Uefa a Parma. A cosa tiene di più? “Alle vittorie. Tutto quello che vinci è stupendo. Vincere è emozionante, anche lo scudetto con il Newell’s. A Roma l’anno dello scudetto del 2001 giocai poco, ma fu bellissimo. Grandi compagni. Beppe Giannini era un calciatore di alto livello”.
Ha giocato pure con un giovanissimo Francesco Totti. “L’ho cresciuto. Era in Primavera. Stupiva perché imparava subito. Come i campioni. Che le cose difficili le fanno facili”.
Ha ancora amici nel calcio? “Lo sa che quello più caro è brasiliano e non argentino? E’ Aldair. Che fa la spola tra Roma e il Brasile per occuparsi di questioni di calcio che ama. Ma non ha ancora imparato a parlare bene l’italiano e deve decidere cosa fare da grande. Naturalmente posso permettermi di scherzare: siamo veramente amici”.
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