di
Marco Galluzzo
La premier italiana firma il comunicato congiunto in cui non sono pochi i dubbi che vengono sollevati sul piano di pace americano, considerato «una base che ha bisogno di ulteriore lavoro»
DAL NOSTRO INVIATO
JOHANNESBURG – Nella prima giornata del G20, segnato dall’assenza degli americani, Giorgia Meloni prende la parola per la prima volta e tocca anche l’argomento più caldo del momento e cioè quello della crisi Ucraina e del piano di pace confezionato da Washington.
Sono almeno due i concetti che Meloni sottolinea: il primo è che si deve trattare di una pace «giusta» e con questo aggettivo la Presidente del Consiglio intende rimarcare i concetti che hanno già espresso i suoi ministri, da Crosetto a Tajani, e cioè che non ci può essere un negoziato e quindi poi una pace senza un diretto coinvolgimento di Kiev.
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In secondo luogo, la premier ribadisce che il processo negoziale non potrà escludere nessuno e che lei stessa è pronta a lavorare «sia con gli europei che con gli americani». Un concetto che vuole spazzare via i dubbi su un ruolo secondario dell’Italia nei confronti di queste ore fra le cancellerie europee. E soprattutto un punto al quale fa seguito la sua partecipazione alla riunione allargata della cosiddetta Coalizione dei volenterosi che qui a Johannesburg ha visto i rappresentanti dei vertici Ue insieme con i leader dei Paesi europei e del G7 che sono pronti a dare una mano nel momento in cui alcune garanzie di sicurezza dovranno essere messe in campo.
E proprio al termine della riunione con gli altri leader europei, la Meloni firma un comunicato congiunto in cui non sono pochi i dubbi che vengono sollevati sul piano di pace americano, considerato «una base che ha bisogno di ulteriore lavoro», rispetto al quale emerge la preoccupazione di tutti i presenti, e dunque anche italiana, sulla presunta riduzione dell’esercito ucraino contenuta nel piano di pace portato avanti da Donald Trump.
Terzo punto critico, che viene presentato al termine del comunicato: si mette nero su bianco che l’adesione alla Nato e all’Unione Europea da parte dell’Ucraina deve essere decisa eventualmente coinvolgendo i membri dell’Unione Europea e della Nato stessa. Una sorta di sottolineatura rossa, se non di aperta bocciatura, di quel passaggio del piano americano che esclude per l’avvenire l’ingresso nella Nato da parte di Kiev.
Ed è una notizia di rilievo, per il governo italiano, un dato che emerge nel pomeriggio del primo giorno di lavori del vertice e cioè che anche Roma sarà rappresentata in Svizzera al tavolo negoziale. Una nota di palazzo Chigi infatti sottolinea che alle consultazioni sull’accordo di pace per l’Ucraina, previste per domani in Svizzera, l’Italia sarà rappresentata dal consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio, Fabrizio Saggio. Quest’ultimo ha lasciato i lavori del G20 a Johannesburg per partecipare alla riunione, che si terrà al livello di National Security Advisor (Nsa).
22 novembre 2025
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