Studia algoritmi. Attraverso l’intelligenza artificiale crea gemelli digitali per trovare trattamenti innovativi finalizzati alla cura personalizzata di malattie neurodegenerative, in particolare della sclerosi multipla. Emma Prevot ha 25 anni ed è orginaria di Crema. All’attivo una laurea in fisica con specializzazione in fisica medica alla University college London di Londra, un master in machine learning a Cambridge e, al momento in corso un dottorato di ricerca in statistica ad Oxford. Ospite di una conviviale intermeeting voluta dal Rotaract terre cremasche, Rotary cremasco san Marco, Lions Gerundo e Leo club Tarantasio e terre cremasche, ha raccontato “la passione per lo studio, lo sforzo, la disciplina. Sono una perfezionista, non mi accontento mai”. Dopo il diploma al liceo delle scienze applicate Galilei di Crema, il primo giorno in Inghilterra hanno provato a suggerirle di cambiare strategia: “mi avevano consigliato di abbassare le aspettative: sarebbe stato difficile emergere tra tutti i primi della classe” dicevano. É risultata la prima del suo corso e della sua facoltà.
Alla ricerca della cura
Si è laureata con una tesi su intelligenza artificiale ed Alzheimer: “ho capito che l’Ai può essere un mezzo utile alla cura delle patologie più complesse, alla creazione di una medicina personalizzata, capace di rispondere ai bisogni di salute crescenti e complessi di ognuno di noi. Mi ero ripromessa di trovare una cura per una patologia che impatta sulla vita di tante persone, sottraendo speranze e deludendo aspettative. Ne soffriva mio nonno: è volato in cielo 15 giorni prima della mia laurea. I miei traguardi li dedico a lui, perché è stato lui, forse inconsapevolmente, ad avermi indicato la direzione da seguire.
A Cambridge
Quando sono andata in Inghilterra avevo 19 anni. Avevo ben chiaro di voler puntare in alto, ma non chi volessi diventare. Quando ho capito che, anche attraverso l’intelligenza artificiale, mi sarebbe stato possibile migliorare la vita delle persone, ho deciso che quella sarebbe stata la mia strada”. I primi momenti di difficoltà li ha avvertiti a Cambridge: “lì per la prima volta nella mia vita mi sono sentita stupida, finita, imperfetta. I primi giorni non capivo niente. Ho anche pensato di mollare tutto: quello è stato l’anno più brutto della mia vita ed il più bello al tempo stesso. Brutto, perchè ho sperimentato la fragilità. Bello, perché ho capito che la fragilità fa parte di noi dobbiamo accettarla, comprenderla, attraversarla. Alla fine, ce l’ho fatta”. Quest’anno ha ottenuto due premi prestigiosi: Italia giovane, dedicato ad un under 35 ed il premio Supernova. “Quando la notizia si è diffusa non ero pronta al tam tam mediatico che poi si è creato. Poi mi sono detta che se tante persone erano interessate a ciò che stavo facendo, forse stavo compiendo qualcosa di speciale”.
Gemelli digitali
In soldoni Emma, attraverso l’intelligenza artificiale, crea dei gemelli digitali, copie virtuali di pazienti per proseguire le sperimentazioni cliniche. “L’obiettivo è valutare l’efficacia dei trattamenti sperimentali sui pazienti, confrontandoli con soggetti (virtuali) cui non è stato proposto il trattamento sperimentale”. È un passaggio necessario per dare forma ad una medicina attenta alle peculiarità di ogni persona. “Sogno un futuro in cui, attraverso gli algoritmi, saremo in grado di prevedere il decorso delle patologie neurodegenerative, agire in tempo, assicurare una cura o almeno riuscire a dare risposte precise su ciò che sarà.
Quando una malattia neurodegenerativa prende posto nella vita delle persone, la vita cambia e ognuno di noi ha diritto di sapere cosa sarà per vivere al meglio”.
Nuovi ingressi
Ad Emma durante la serata è stata conferita la Melvin Jones, onorificenza Lions, consegnata dal presidente del Lions Gerundo Andrea Goldaniga. Con lui al tavolo della presidenza anche Carlo Alberto Cominesi, presidente del Rotary club Cremasco san Marco, Davide Bosio, presidente del Rotaract e Vittoria Guariniello del Leo Tarantasio e terre cremasche. Durante la serata il Rotaract ha ufficializzato l’ingresso di due nuove socie: Viola Chiozzi, presentata da Mario Alessio Benelli e Sila Oser presentata da Martina Spadari. Entrambe provenienti dal Rotaract Soresina, la prima vanta un lungo curriculum nelle attività di volontariato anche internazionali, oltre ad essere project manager di un’azienda del territorio, la seconda, di origine turca, si occupa di marketing e comunicazione, con buone conoscenze anche nel settore delle risorse umane. “Sono una soresinese onoraria, con un background internazionale” ha detto. “Credo che questa commistione tra locale e internazionale, che anima anche il Rotaract, ci aiuterà nel costruire lunghe e preziose alleanze. Sono pronta a fare la mia parte”.