Firenze, 21 novembre 2025 – Stanno arrivando in questi giorni a circa 800 mila toscani, in gran parte nati tra il 1969 e il 1989, le lettere firmate Ispro, l’Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica. Non si tratta però di un invito agli screening oncologici tradizionali: questa volta l’Istituto è stato coinvolto per promuovere la campagna sul test per l’epatite C, una misura sanitaria che la Regione porta avanti da tempo, ma che finora aveva registrato adesioni inferiori alle attese. Il nome di Ispro è stato scelto proprio per dare maggiore autorevolezza e, possibilmente, incrementare la partecipazione.
Accanto all’obiettivo, però, emergono le prime criticità. Molti cittadini, seguendo le istruzioni contenute nella lettera – che rimanda tramite QR code alla pagina regionale sulle modalità dello screening – si rivolgono ai medici di famiglia per effettuare il test. Ma qui incontrano un ostacolo inatteso: solo una minoranza dei medici di medicina generale ha aderito alla campagna. La partecipazione, infatti, era volontaria e, come spiega il segretario Fimmg, Niccolò Biancalani, la percentuale effettiva oscilla secondo le stime del sindacato tra il 10 e il 20 per cento. A questo si aggiunge un problema pratico: i nuovi test richiesti da Regione e Asl non sono ancora stati consegnati alle farmacie, che dovrebbero poi distribuirli ai medici partecipanti. Risultato inevitabile: molti cittadini si sentono dire che il test non può essere ancora effettuato.
Anche sul fronte delle farmacie la situazione è tutt’altro che capillare. Quelle che hanno aderito in tutta la Toscana sono meno di 200 e a Firenze città, secondo il sito della Regione, se ne contano appena tre. La rete parte già ridotta perché, per motivi normativi, hanno potuto partecipare solo le farmacie abilitate a eseguire accertamenti diagnostici.
Cosa è l’epatite C e come si trasmette
Mentre la macchina organizzativa fatica a ingranare, resta però centrale il motivo per cui la campagna è stata lanciata con tanta forza. L’epatite C, causata dal virus Hcv, si trasmette attraverso il contatto con sangue infetto e spesso decorre senza sintomi, anche per molti anni. È proprio questa lunga fase silente che rende essenziale individuare il maggior numero di persone inconsapevolmente positive. Dal 2015, infatti, è disponibile una terapia altamente efficace che consente di eliminare l’infezione nella quasi totalità dei casi. All’inizio era riservata ai pazienti più gravi, tanto che c’era chi andava a procurarsi i farmaci all’estero; oggi invece è accessibile a tutti coloro che risultano positivi.
Come funziona il test
Il test preliminare per lo screening è estremamente semplice: basta una goccia di sangue, come per la misurazione della glicemia, e servono 15 minuti per il risultato. In caso di esito positivo occorre una conferma tramite un secondo test prescritto dal medico e, se anche questo risulta positivo, il paziente viene indirizzato a un centro specialistico per iniziare il percorso terapeutico. Individuare i casi nascosti permette non solo di prevenire conseguenze gravi come cirrosi o carcinoma epatico, ma anche di ridurre in maniera significativa la diffusione del virus.