Gallarate (Varese), 22 novembre 2025 – I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Gallarate, dopo la brutale aggressione subita da una donna alle prime luci dell’alba nel quartiere Cajello di Gallarate, hanno arrestato un 35enne gambiano, indagato per violenza sessuale aggravata e lesioni personali aggravate. I Carabinieri, immediatamente intervenuti dopo la segnalazione pervenuta al 112 NUE da un passante che ha soccorso la vittima, grazie ai rilievi di polizia scientifica sono riusciti a ricostruire con esattezza le fasi dell’aggressione nel corso della quale l’autore ha anche perso il suo telefono cellulare, che è stato rinvenuto e sequestrato.
La violenza
L’uomo, che ha sorpreso la vittima alle spalle mentre camminava sul marciapiede per raggiungere il posto di lavoro, dopo averla colpita e gravemente malmenata l’ha trascinata dietro le siepi di un’aiuola di un parcheggio pubblico, dove si è consumata la violenza. Al termine, è fuggito a piedi portando con sé il telefono cellulare della donna. Le preziose indicazioni fornite da un testimone, unite all’analisi degli impianti di videosorveglianza pubblici e privati presenti nelle immediate vicinanze, hanno permesso di ricostruire il percorso dell’autore dell’aggressione, e di individuarne l’abitazione, al cui interno si era nascosto fingendo di non essere in casa. L’escamotage utilizzato non ha sortito l’effetto sperato poiché i carabinieri sono riusciti ugualmente ad entrare in casa, rintracciandolo nascosto all’interno di un letto a cassettone. L’uomo, che indossava ancora gli stessi vestiti immortalati dalle telecamere, è stato immediatamente condotto presso la Caserma di Largo Verrotti.
L’uomo ha confessato
Il telefono cellulare della donna, grazie agli ulteriori approfondimenti, è stato rinvenuto all’interno di una proprietà privata non distante dall’abitazione dell’indagato. La vittima, nel frattempo affidata alle cure dei sanitari dell’Ospedale Sant’Antonio Abate di Gallarate, ha ricevuto una prognosi iniziale di 20 giorni. Le indagini sono state coordinate della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio. In caserma, nel corso dell’interrogatorio davanti al P.M. di turno, dott. Roberto Bonfanti, l’indagato – messo di fronte alle responsabilità – ha confessato. L’arrestato è stato trasferito presso la Casa Circondariale di Busto Arsizio in attesa dell’interrogatorio di garanzia.
“Non sa cosa lo abbia preso in quel momento”
Il 35 enne al momento del fermo l’uomo non ha proferito parola. Poco dopo, davanti al Pm e assistito dall’avvocato Camillo Ferioli, ha invece ammesso ogni responsabilità tra le lacrime. “Il mio assistito non ha saputo dare una spiegazione per quanto accaduto- dice il difensore – E’ apparso a pezzi, letteralmente ha dichiarato di non essere in grado di spiegare cosa lo abbia preso in quel momento. Di fatto non ha cercato di minimizzare l’accaduto, ha confermato ogni circostanza contestata dagli inquirenti ed è pronto ad accettare tutte le conseguenze del caso”. Quello del fermato non è un profilo di alta criminalità. Il 35enne è in Italia da 11 anni, quasi integrato, meccanico di professione, con una moglie italiana e figli nati in Italia. Un unico precedente alle spalle, risalente al 2020, per detenzione di droga (riconosciuta la lieve entità) e resistenza a pubblico ufficiale, risolto con la sospensione condizionale della pena.