“La nostra Quarticciolo non è solo male, problemi o criminalità, Quarticciolo è anche amore e accoglienza”. A parlare è don Daniele Canali, sacerdote della chiesa dell’Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo, nella periferia est di Roma. Da una settimana, insieme ai volontari della parrocchia, ha rivoluzionato gli spazi di chiesa e oratorio per accogliere circa trecento giovani pellegrini provenienti da tutt’Italia per il Giubileo dei Giovani.
Dislocati tra i locali dell’Ascensione, la scuola del Sacro Cuore delle suore battistine e la vicina chiesa di San Cirillo, si ritrovano tutti insieme in oratorio per partecipare a momenti di condivisione e preghiera comuni. Oggi è il giorno delle confessioni. “Dormono nei saloni parrocchiali, con materassino e sacco a pelo – spiega il sacerdote – Stanotte arriva l’ultimo gruppo, loro dormiranno in chiesa. Sono giovani, vivono l’esperienza del pellegrinaggio con grande gioia, nonostante i disagi. La bellezza del pellegrinaggio è proprio la precarietà che diventa provvidenza”.
Un gruppo è venuto a piedi da Radicofani, un paese della provincia Toscana. “Abbiamo fatto 170 chilometri a piedi – spiega Benedetta, di 22 anni – ogni giorno avevamo una tappa, si dormiva in ostelli, parrocchie, conventi che ci davano ospitalità”
“Ci abbiamo impiegato 7 giorni – aggiunge Tommaso, 27 anni – è stato molto bello arrivare a Roma, soprattutto entrare dentro la basilica di San Pietro con tutta la stanchezza ma anche la gioia del viaggio”.
Mentre i ragazzi e le ragazze toscane chiacchierano, seduti nei tavolini dell’oratorio, arriva un gruppo scout dalla Sicilia. Zaini pieni, cercano un bagno. Poi salutano per andare a montare le loro tende all’ombra, nella struttura delle suore battistine, che oggi celebrano uno dei Santi fondatori, Sant’Alfonso Maria de’ Liguori.
“Abbiamo fatto una route di strada – spiega Esmeralda, del gruppo scout Agesci Milazzo 1 – siamo partiti il 26, abbiamo fatto il cammino dei briganti in Abruzzo. Dopo tante difficoltà, la pioggia, abbiamo dovuto cambiare rotta, siamo arrivati qua sani e salvi. E ora non vediamo l’ora di viverci il Giubileo”. “Siamo qui soprattutto per fare un percorso spirituale”, aggiunge Gabriele, di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina.
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Un gruppo di signore con una pettorina verde serve caffè e cornetti. “C’è un movimento d’amore per i pellegrini che stanno venendo a Roma – spiega don Daniele – I volontari sono tutta gente della nostra borgata, della parrocchia di Quarticciolo, si stanno sprecando in amore e stanno aiutando i ragazzi, servendo la colazione, accogliendoli la sera quando rientrano”.
Tra loro c’è Luigina. Sessantasei anni, indossa un grembiule rosa con al centro la scritta ricamata “a mejo so io”. Ricorda ancora il giubileo del 2000: “Ero qui a dare un mano – spiega – sono nata in questo quartiere, sono cresciuta in questo oratorio. Ringrazio Dio per esserci anche quest’anno, è una gioia stare con questi ragazzi. Questa è l’alba della Chiesa, sono dei giovani meravigliosi”.
Polo verde evidenziatore, anche Federico ha deciso di mettersi in gioco per accogliere i giovani pellegrini provenienti da tutto il mondo. “Ho vissuto da pellegrino la giornata mondiale della gioventù di Lisbona nel 2023 – spiega – ho ricevuto tanto, adesso voglio essere io a dare”. Ventinove anni, è nato e cresciuto nella periferia est di Roma: “Accogliere 300 pellegrini è il riscatto sociale di Quarticciolo. È l’occasione per dimostrare che qui non c’è solo buio e malavita ma anche luce, accoglienza, tanta brava gente che si dà da fare”.