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Redazione Economia

Un emendamento alla Manovra stabilisce l’aumento dell’aliquota al 2,5% al 12,5%, sulle polizze «infortunio del conducente» collegate all’Rc Auto. L’effetto retroattivo e l’impatto sugli assicurati

Sul settore assicurativo potrebbe arrivare una misura da 1 miliardo di euro nella nuova Legge di Bilancio, ancora in discussione, che dovrà essere approvata entro la fine dell’anno. La più colpita potrebbe essere la compagnia bolognese Unipol, con una quota di mercato auto vicina al 25%, osservano gli analisti di Intermonte. Tra gli emendamenti proposti, secondo quanto riporta anche il Sole 24 Ore, è stato introdotto un potenziale inasprimento fiscale con un ulteriore aumento dello 0,5% dell’Irap a carico di compagnie assicurative, banche e intermediari finanziari. 

L’aumento dell’aliquota sulla Rc Auto

Ma soprattutto un aumento dell’aliquota, dal 2,5% al 12,5%, sulle polizze «infortunio del conducente» collegate all’Rc Auto con applicazione retroattiva fino a dieci anni. Il gettito atteso è di circa 100 milioni di euro all’anno per il futuro, mentre, per quanto riguarda la parte retroattiva, è previsto di quasi 1 miliardo. 



















































L’analisi di Intermonte

Per Intermonte, «le assicurazioni dovrebbero essere in grado di recuperare la maggiore tassazione dai clienti per il futuro mentre potrebbe essere più complesso recuperare il one-off retroattivo stimato a livello di settore in circa 1 miliardo». Ad ogni modo, «riteniamo improbabile che sia
facilmente applicabile la retroattività» ma «aspettiamo maggiori dettagli
sugli emendamenti in discussione che potrebbero vedere ulteriori rilevanti modifiche prima dell’approvazione finale del testo», registra il report.

Compagnie come sostituto d’imposta

La vicenda potrebbe toccare anche le tasche dei clienti assicurati, perché l’incremento riguarda un’imposta dovuta dall’assicurato e per la quale svolgono il ruolo di sostituto di imposta. L’emendamento a firma di Matteo Gelmetti (Fdi) stabilisce che l’aumento dell’aliquota valga anche per il futuro. Se le assicurazioni decidessero di saldare il presunto debito, potrebbero  dunque riservarsi la facoltà di rivalsa sui clienti.

I possibili ricorsi

Se l’emendamento verrà approvato le compagnie faranno ricorso. La misura prevede la possibilità per le assicurazioni di provvedere al versamento del mancato ammontare calcolato con l’aliquota del 12,5% senza l’aggravio di sanzioni e interessi. «Un versamento che può essere fatto anche a rate. Il comparto assicurativo, però, rigetta fermamente il percorso attraverso il quale l’agenzia delle Entrate è arrivata a contestare l’ammanco», spiega il quotidiano di Confindustria. La vicenda è antecedente al 1980: sulle modalità con le quali calcolare l’aliquota nel 1983 le compagnie chiesero un’interpretazione all’allora ministero delle Finanze.

La diatriba dal 1983

La risposta al quesito, secondo la ricostruzione del comparto, prevedeva l’applicazione dell’aliquota più bassa, prevista per le polizze infortunio, e allora pari al 2% (oggi 2,5%). Le compagnie hanno dato seguito a quella lettura, applicando ai clienti – in quanto sostituto di imposta – l’aliquota ridotta. Fin a quando, un paio di anni fa, l’agenzia delle Entrate Lombardia ha cominciato a contestare le modalità di prelievo sull’aliquota delle polizze inerenti i veicoli: schemi d’atto da accertamento a raffica sono stati fatti presso le compagnie, anche se sinora non sono stati formalizzati provvedimenti impostivi.

Le ambiguità riscontrate dalle Entrate

Gli accertamenti sono relativi agli ultimi 10 anni, perché gli effetti dell’aliquota ridotta sono prescritti. Quando le compagnie hanno risposto ai rilievi delle Entrate con l’interpretazione data dal ministero nel 1983, questa avrebbe replicato che sussistono ambiguità, su cosa definire «rischio inerente al veicolo o al natante». «Lo Stato potrebbe contare sul disincentivo legato al fatto che in caso di mancato pagamento le sanzioni potrebbero arrivare fino al 400%: ma anche su questo punto le interpretazioni sarebbero complesse e articolate, con il rischio che la vicenda si impantani nei tribunali», spiega il Sole 24 Ore.

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23 novembre 2025 ( modifica il 23 novembre 2025 | 08:18)