C’è chi dice che le vere amicizie nascono a scuola. La loro, però, è nata davanti a un caffè preso troppo presto perfino per chiamarlo mattutino, all’aeroporto di Palermo, durante il Covid, quando i terminal erano deserti e ogni volo era un piccolo atto di fede. Così si sono incontrati Francesco Genuardi e Alessandro Gambino, palermitani, entrambi 33 anni, entrambi consulenti finanziari, entrambi destinati a Milano. Francesco aveva iniziato un mese prima, Alessandro sarebbe arrivato dopo. Ma da quel giorno, dal 2021, il loro destino ha iniziato a scorrere all’unisono, proprio come gli orari dei voli a Punta Raisi quando tutto fila liscio. 

“Sicilia Express” con Ficarra e Picone: trama, cast e data di uscita su Netflix 

Da quasi cinque anni, puntuali come il primo aereo del giorno, ogni martedì mattina si svegliano alle 4 e alle 6 partono per Milano. Due giorni di lavoro intensi, clienti, riunioni, responsabilità. E il mercoledì sera, finito l’ultimo turno, la corsa a Linate o Malpensa per tornare ai loro affetti. Sempre di fretta, spesso senza neanche passare da casa. Una routine talmente precisa che quando hanno visto il trailer della nuova serie Netflix di Ficarra e Picone, “Sicilia Express”, i due si sono guardati e hanno sorriso: “Ma stanno parlando di noi?”. Per loro, però, nessuna scappatoia e nessun cassonetto dei rifiuti a fargli da mezzo super veloce.

Sicilia Express foto di Oriana Palermo _ Netflix

Una vita doppia tra Nord e Sud 

Non è proprio un biglietto di sola andata, il loro Palermo-Milano. Nei due aeroporti li salutano per nome: i baristi che ormai conoscono i loro gusti, gli addetti che li vedono passare da anni con lo stesso passo svelto e la stessa corsa contro il tempo. Il loro lavoro gli permette di lavorare due giorni in sede e gli altri tre da dove preferiscono. A Palermo, gli amici sanno già tutto: il martedì sono sempre assenti a qualsiasi festa, il mercoledì sera atterrano stravolti, con la faccia di chi ha vissuto tre giorni in uno, e il giovedì mattina riappaiono come se nulla fosse, ancora con la valigia chiusa e gli occhi che tradiscono la loro vita da pendolari del cielo.

In mezzo, lo sforzo di tenere insieme due mondi: il Sud che non vogliono lasciare e il Nord che offre ciò che a casa non c’è. “I giovani devono avere una sola cosa: la flessibilità. Così mi dissero quando iniziai. E noi siamo diventati super flessibili”, racconta Alessandro con un sorriso rassegnato ma orgoglioso. Nel frattempo, la vita è andata avanti: entrambi si sono sposati e hanno preso casa. E Alessandro, oggi, aspetta un figlio: “Anche per questo sogno prima o poi il trasferimento a Palermo. Sarebbe bellissimo”. Francesco parla di lui come si parla di un fratello: “Abbiamo fatto tutto insieme: gli esami all’università, la mia laurea, i matrimoni, le avventure con i voli cancellati. Ci siamo sostenuti in tutto”. A unirli, anche la stessa passione calcistica e le serate a San Siro, sempre lì, fianco a fianco, con la loro fede nerazzurra che non vacilla mai.

Francesco e Alessandro a san SiroFrancesco e Alessandro a San Siro La prima volta a Milano? Un b&b da incubo 

Le prime notti nella metropoli non sono state esattamente glamour. “La primissima volta – racconta Francesco – prenotammo un b&b low cost. Una stradina buia, la stanza vecchissima, sporca, il bagno indescrivibile… sembrava un film dell’orrore. Ma anche quello ci ha uniti: o scappavi, o diventavi amico per forza”. Poi un anno a cambiare luoghi in cui dormire, uno dopo l’altro, fino alla conquista di una stanza stabile a casa di un collega. E nel frattempo, un vero e proprio corso accelerato di sopravvivenza urbana: insalate improvvisate senza posate, condimenti mescolati dentro il sacchetto della verdura, cene da “survivor” fatte di tonno, mais e fantasia. “All’inizio eravamo dei piccoli naufraghi a Milano. Ma l’abbiamo presa a ridere. Sempre. Insieme”, chiosa. 

Check-in perpetuo, ritardi, dirottamenti e voli all’alba 

La poesia dell’amicizia si alterna alle tragedie quotidiane dell’aeroporto: voli dirottati in piena notte, pullman presi d’assalto, arrivi all’alba con un esame universitario poche ore dopo, domeniche vissute male per la partenza imminente quando volavano di lunedì, check-in da rifare appena scesi dal volo precedente. “Spesso – racconta ancora Francesco – siamo atterrati a Catania o a Trapani. Una volta siamo tornati a Palermo alle 6 del mattino e dopo avevo un esame all’università. Ma ce l’abbiamo fatta anche in quel caso”. 

Hanno la stessa età, lo stesso lavoro, lo stesso volo, lo stesso giorno di rientro. E, quando possono, anche lo stesso sabato sera. “Siamo una coppia di fatto – scherza Alessandro – condividiamo tutto: voli, treni, turni, pizza del weekend”. Molti colleghi, negli anni, hanno mollato. Loro sono rimasti: “Tutti – dice Alessandro – ci hanno sempre detto che siamo pazzi. Forse un po’ è vero. Ma è anche vero che amiamo troppo la nostra terra per trasferirci davvero”. Il segreto? Essere in due. “Fare questa vita da soli sarebbe difficilissimo. Siamo fortunati a esserci trovati”, aggiunge Alessandro.

Screenshot 2025-11-21 alle 15.27.22I due giovani in aeroporto, con il trolley e la valigetta 24 ore“Ormai siamo diventati bravissimi: voli prenotati per mesi e 400 euro al mese di spesa”

A forza di fare su e giù, hanno imparato i segreti della sopravvivenza finanziaria del pendolare estremo. “Ormai siamo diventati bravissimi – racconta Alessandro – abbiamo i voli prenotati per almeno tre o quattro mesi, sempre alle stesse tratte, sempre gli stessi orari. Sappiamo dove risparmiare, come muoverci, quali compagnie convengono e quali evitare. Alla fine, tra voli e treni, riusciamo a cavarcela con 400 euro al mese. Che detta così sembra fantascienza, ma è solo organizzazione”.

Ma dopo quasi cinque anni fra gate, biglietti presi con mesi d’anticipo e persino ferie uguali organizzate in base ai prezzi dei voli, i due hanno un desiderio semplice: tornare a lavorare a Palermo. Insieme. “Sarebbe come vincere la lotteria, Sarebbe festa nazionale”, dice Alessandro. Fino ad allora, continueranno così: un piede a Milano e uno a Palermo, sospesi tra partenze e ritorni. “Senza che ce ne accorgessimo, quell’abitudine settimanale è diventata un pezzo di chi siamo. Un simbolo del Sud che continua a partire, sì, ma anche a tornare. Sempre”.

Alessandro e Francesco per Natale a Milano

Una storia di vita vera che sembra una serie 

“Quando abbiamo visto il trailer della nuova serie Netflix di Ficarra e Picone – raccontano ancora i giovani – abbiamo riso: quella storia che parla di due uomini costretti a spostarsi continuamente per lavorare, di una vita sospesa tra partenze e ritorni, sembrava scritta per noi. I ritmi frenetici, il contrasto tra il Nord e il Sud, gli sguardi nostalgici verso casa, il voler ‘stare in due posti contemporaneamente’: erano elementi che riconoscevamo scena dopo scena, quasi fossero giorni nostri. Ovviamente nella serie c’è ironia, paradosso, ritmo comico. Nella nostra vita, invece, c’è una stanchezza reale, un senso di responsabilità che ti cresce addosso”. 

Da qui, il desiderio di raccontarla: “La nostra storia non è solo un aneddoto di vita lavorativa. È il ritratto di centinaia di giovani siciliani e italiani che inseguono un’opportunità lontano, senza mai recidere i legami con la propria terra. È la testimonianza di una generazione che non ha paura di fare sacrifici, di dormire poche ore, di prendere un aereo all’alba pur di costruirsi un futuro dignitoso. Ed è, soprattutto, la storia di un’amicizia nata tra gate e corridoi d’aeroporto, che ha reso più leggeri anche i voli più pesanti”. “Netflix ha raccontato la sua versione – chiosano – noi abbiamo vissuto la nostra. E cari Ficarra e Picone, non vi nascondiamo che sarebbe davvero bello avere anche noi un cassonetto dell’immondizia al posto dell’aereo”. 

 

 

 






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